Pesaro

Fano, sul nuovo monastero trappista a Monte Giove interviene Fanesi: «Il paesaggio non sarà alterato»

Non si tratta del primo progetto del genere in zona: «Sarà posizionato in modo da non alterare il paesaggio e sarà accompagnato dalla valorizzazione dell'attività agricola secondo la regola 'ora et labora'»

monastero trappista su Monte Giove
monastero trappista su Monte Giove

FANO – Nessuna alterazione del paesaggio e nessuna eccezione per i trappisti: negli ultimi 40 anni nella stessa zona sono stati edificate altre due strutture ecclesiastiche. A ribattere al fronte del ‘no’ in merito al nuovo monastero trappista che dovrebbe sorgere a Monte Giove è stato nelle ultime ore il Vice Sindaco di Fano Cristian Fanesi:

«Facciamo chiarezza: come assessore ho preso atto del progetto e come giunta, a gennaio 2023, ci siamo espressi a favore in maniera unanime rispettando tempi e procedure, ora la decisione è del consiglio. Ma l’iter parte nel gennaio 2014, quando il Vescovo di Fano autorizza il trasferimento della comunità religiosa da Frattocchie a Fano. Sempre nello stesso anno, la giunta Seri, appena insediata, approva un atto di indirizzo per la ridefinizione urbanistica dell’area. Successivamente viene presentato un progetto dei frati trappisti, che ottiene l’approvazione da parte degli organi sovracomunali compresa la soprintendenza».

Non certo una novità per la zona ma senza alterare il paesaggio: «Il nuovo monastero non è il primo intervento di questo tipo nell’area di Monte Giove: ci sono il monastero delle benedettine costruito negli anni ’80 e il monastero delle Carmelitane a Sant’Andrea in Villis; sarà posizionato in modo da non alterare il paesaggio e sarà accompagnato dalla valorizzazione dell’attività agricola secondo la regola ‘ora et labora’».

E conclude, entrando nello specifico: «La casa colonica invece diverrà la foresteria a servizio del monastero e sarà il luogo di accesso per i visitatori. Credo, come tutta la Giunta comunale, che l’insediamento dei frati trappisti arricchirà la comunità locale».

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