FANO – Quale verità sui lavori della vasca in Piazzale Amendola? Una ferita aperta nel centro del Lido di Fano, su cui si interrogano gli esponenti locali della Lega che chiedono all’Amministrazione un report dettagliato sulla stato dei lavori e giustificazioni accettabili in merito ai ritardi accumulati.
«Purtroppo per i nostri Amministratori, i ritardi e la confusione non servono a coprire il disastro compiuto nel cuore del nostro salotto buono. I cittadini fanesi hanno trascorso un intero anno sentendosi raccontare banalità e falsità circa l’evolversi di un cantiere segnato da evidenti e gravi vizi».
Gli esponenti di minoranza puntano il dito sulla presunta mancanza di trasparenza, declinata da giustificazioni poco credibili e spesso evasive: «L’opacità della Giunta nel voler nascondere l’accaduto ha origini lontane, da quando gli Assessori Fanesi prima e Tonelli poi, hanno addotto motivazioni risibili e non corrispondenti al vero circa il rallentamento dell’opera. È da dicembre 2018 che sono agli atti le variazioni progettuali utilizzate come scusante negli anni successivi, culminate nel goffo tentativo di giustificare l’indifendibile stop al cantiere a causa del calcestruzzo non maturato».
Una presunta mancanza di trasparenza che si starebbe prolungando nel tempo e che culminerebbe nella mancanza di alcuni documenti che a norma di legge dovrebbero essere già stati redatti: «Per far luce definitivamente sull’accaduto abbiamo richiesto un accesso agli atti già dallo scorso gennaio e tra variazioni contrattuali di cui non si fa riferimento negli atti consegnati, all’appello dei documenti mancanti troviamo il Verbale di consegna dei lavori, la Perizia di Variante per modifica della vasca, la Relazione geologica e geotecnica, l’Aggiornamento Piano Sicurezza e Coordinamento, l’Aggiornamento Cronoprogramma e l’Aggiornamento Piano di Manutenzione».
A tutto questo si sarebbe aggiunta anche un’ulteriore richiesta di accesso agli atti caduta nel vuoto a distanza di svariati giorni: «Il 5 maggio scorso è stato nuovamente richiesto un ulteriore accesso agli atti per verificare lo stato dei lavori a cui, in data odierna, non è pervenuta risposta – e concludono – Venti giorni per consegnare documenti che a norma di legge dovrebbero essere già redatti, lasciano trasparire una malcelata volontà di insabbiare problematiche che i cittadini fanesi hanno il diritto di conoscere e l’Amministrazione il dovere di rendere note».