Pesaro

Fano, rissa in terza categoria: partita sospesa dall’arbitro. Difensore perde tre denti

È successo durante la sfida giocatasi allo stadio comunale di Bellocchi di Fano tra Maroso calcio e Tre Ponti. Botta e risposta tra le due società

Maroso Mondolfo
Maroso Mondolfo

FANO – Quello che doveva essere un tranquillo sabato di sport si è tramutato in una rissa da saloon tanto da costringere l’arbitro a mandare prematuramente le compagini negli spogliatoi. È quanto successo durante la sfida di terza categoria tra Maroso calcio e Tre Ponti, giocatasi allo stadio comunale di Bellocchi di Fano. Il parapiglia sarebbe scattato intorno al 40esimo quando sarebbero volati calci e spintoni in area, tanto da far saltare tre denti ad un giocatore.

A denunciare l’accaduto sui social è stata per prima la compagine di Mondolfo riportando in un lungo post la sua versione dei fatti: «Doveva essere una giornata di felicità per la ripresa del campionato ma purtroppo è risultata tutt’altra cosa. Finisce 1-1 ma la partita viene sospesa al minuto 40 della ripresa. I Tre Ponti partono bene e i ragazzi di mister Contini sembrano essere più timidi, ma minuto dopo minuto prendono padronanza e si trovano salvare il gol in diverse occasioni. 0–0 alla fine del primo tempo. Nel secondo tempo è la Maroso Mondolfo a partire più forte e infatti è Matteo Piccinini a sbloccare il risultato dopo un eurogol. I padroni di casa non ci stanno e trovano il pareggio su calcio di rigore. Passano i minuti e il risultato è bloccato quando al 40º succede di tutto. Punizione dal limite per la Maroso, parapiglia in area di rigore dove ha la peggio il nostro difensore Sasha Pierpaoli che si vede arrivare un cazzotto che gli fa partire tre denti. Da lì una rissa dove l’arbitro prende una piccola spinta, il quale decide di sospendere la partita. Noi come Maroso Mondolfo ci scusiamo per l’accaduto all’arbitro, ma perdere denti per una partita di calcio non si augura. Purtroppo non è la prima volta che accadono questi episodi in questo campo e la cosa è molto grave. Ci auguriamo che si prendano i giusti provvedimenti analizzando al meglio quanto accaduto».

Non si è fatta attendere la risposta degli avversari che hanno voluto precisare e puntualizzare diversi passaggi: «La società Tre Ponti si scusa ufficialmente con tutti i presenti alla partita, arbitro, società Mondolfo e giocatore Pierpaoli coinvolto nell’accaduto e condanna fermamente qualsiasi gesto che nulla deve centrare con il calcio. Purtroppo però, viste le accuse pesanti da parte della società coinvolta al pari della nostra, ci tiene a precisare l’andamento della grave situazione accaduta: dopo una partita maschia e altrettanto corretta, in una situazione di palla inattiva, mentre l’azione scemava in area succede che, il tesserato Pierpaoli, prima colpisce con una gomitata un nostro giocatore, poi con un calcio un altro. Per tutta risposta, in un gesto altrettanto folle, il nostro giocatore reagisce colpendo con un pugno lo stesso che prima aveva attaccato. L’arbitro avendo visto il tutto in diretta espelle il tesserato Pierpaoli tirando fuori il cartellino rosso. Non stiamo qui a fare giudici e giudizi, questo lo faranno altri, ma pensiamo che qui a sbagliare siano stati TUTTI, in primis il nostro tesserato, ma precisiamo come è andato il tutto a 360 gradi, non tralasciando nulla, come fatto da altre versioni, diciamo di parte, anche perchè altrimenti uno che legge si potrebbe chiedere come mai un “Santo” che vagava per l’area di rigore sia stato colpito con un pugno da un altro individuo. Oltretutto essendo stati condannati come “recidivi” (ma la recidività in fatti isolati e non di gruppo lascia il tempo che trova), ci teniamo anche noi a difenderci e rispondiamo che il giocatore mondolfese coinvolto (che poi ha offeso, minacciato e spintonato l’arbitro che sentitosi a rischio della propria incolumità visto un atteggiamento cosi aggressivo ha poi sospeso la partita), di recidività in questi episodi, ahi noi, ne ha da raccontare. In tutto questo, non sentendoci assolutamente esenti da colpe, continuiamo a condannare l’accaduto e a chiedere scusa, ma purtroppo la realtà dei fatti è che sfortunatamente non ci sono santi in questa storia. La Società ci tiene a sincerare che il nostro giocatore coinvolto sta bene non ha fratture ma giorni di prognosi».

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