FANO – Strade trasformate in torrenti, sottopassi sott’acqua ed allagamenti vari, perfino in scuole e cimiteri. L’ultima ondata di maltempo consumatasi il 13 ottobre ha stigmatizzato le criticità fanesi ogni qualvolta si scatena un temporale. Ad attaccare la giunta stavolta sono gli esponenti locali del M5S che definiscono le immagini dell’allagamento del sottopasso del Lido «il simbolo dell’inefficienza della Giunta Seri». AfFinire sul banco degli imputati la mancata entrata in funzione della vasca di Piazzale Amendola dopo anni dall’inizio dei lavori.
«È bastato qualche giorno di pioggia per provocare infiltrazioni d’acqua in almeno due scuole (Poderino e Gallizi), oltre che al cimitero centrale e nel sottopasso di Viale Cairoli; la caduta di un palo dell’illuminazione presso il campo sportivo di Gimarra, con conseguente sopralluogo che ha evidenziato la necessità di sostituirne altri tre; la moltiplicazione di buche nelle strade, che già somigliano molto alla groviera. Quale è il filo rosso che unisce tutte le tessere di questo puzzle sconfortante? – tuona la minoranza pentastellata -. La mancanza di una seria e decente politica di programmazione che tenga in debita considerazione gli interventi di ordinaria manutenzione. Mentre a Pesaro è stato conservato un ufficio con numerosi addetti alla cura costante delle infrastrutture comunali, a Fano la stessa lungimiranza è mancata del tutto portando a non assumere più operai. Allo stesso tempo, le risorse previste a bilancio per gli appalti esterni sono del tutto ridicole. Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti ed è penoso».
La minoranza politica punta il dito sulla scarsa manutenzione: «La manutenzione ordinaria è quel lavoro oscuro e continuo che, se ben pianificato, permette di prolungare la vita utile delle opere pubbliche e allo stesso tempo preserva l’incolumità dei cittadini dai pericoli. Ma risulta poco attraente per un’amministrazione che vive solo di annunci, conferenze stampa e tagli di nastri. Da non sottovalutare, c’è anche l’indiscutibile dato di fatto che né i bambini né i defunti votano, e forse a certa politica basta questo per girare lo sguardo altrove».