Pesaro

Fano, Tinti sull’affaire Hacca: «Basta ad usare la disabilità in maniera speculativa e strumentale»

Tinti stigmatizza il tentativo di avvelenare la discussione esasperando i toni: «È improprio parlare di un presunto sfratto a danni di ragazzi con disabilità»

FANO – «Basta ad usare la disabilità in maniera strumentale». Una presa di posizione forte da parte dell’assessore al Welfare di Comunità Dimitri Tinti, evidentemente stanco di essere tirato per la giacca su un argomento altamente delicato che spesso vede coinvolte proprio le persone più fragili.

«La disabilità è un tema sempre più complesso da gestire e necessita di collaborazioni virtuose tra la parte pubblica e le diverse realtà del Terzo Settore. Anche per questo non è accettabile l’utilizzo strumentale dei ragazzi con disabilità con la pretesa di avere un privilegio rispetto ad altre associazioni di familiari che operano nella stessa sfera d’azione». Nello specifico l’intenzione di Tinti è smentire le voci e le ricostruzioni secondo cui ci sarebbe la volontà di interrompere lo sportello di ascolto per le persone con disabilità e le loro famiglie.

Dimitri Tinti, assessore al Welfare
Dimitri Tinti, assessore al Welfare di Fano

Questi i fatti esposti dall’assessore: «Nei vari incontri e colloqui con la presidente dell’A.G.F.I. (Associazione Genitori con Figli per l’Inclusione) le avevamo da tempo comunicato che l’Ambito Sociale 6 ha visto concludersi lo scorso 31 maggio il finanziamento tramite il POR FSE 9.4 che aveva consentito di stipulare la convenzione con la sua associazione per la gestione dell’attività del Centro Documentazione Informazione per la disabilità (CDIH). Attualmente l’ATS 6 può beneficiare di risorse del POR FSE 9.4 per sostenere i livelli essenziali di prestazione sociale (LEPS) come il servizio di segretariato sociale e di presa in carico professionale svolti presso gli Uffici di Promozione Sociale (UPS) ed i Punti Unici di Accesso (PUA) territoriali dell’Ambito 6. Tuttavia – aggiunge Tinti – ci sono altre forme di sostegno economico che possono essere destinate ad un vero e proprio ‘centro famiglie’, come esiste da tempo in città a noi vicine. Un servizio innovativo e più articolato che ha tra le sue finalità l’informazione, l’orientamento e l’incontro per affrontare in modo strutturato i temi più sensibili per le famiglie vulnerabili, compreso il sostegno educativo e la cura dei nuclei familiari al cui interno ci sono persone con disabilità».

«Stigmatizzo il tentativo di avvelenare la discussione esasperando i toni: è improprio parlare di un presunto ‘sfratto’ a danni di ragazzi con disabilità – precisa Tinti – Plagiata così la vicenda troverebbe facilmente sostegno e approvazione diffusa, invece un tema così delicato ha bisogno di individuare una soluzione e non di essere usato per altri fini».

Tinti rimarca il fatto che «i ragazzi del servizio ‘Hacca risponde’ ideato dall’AGFI continueranno a svolgere l’attività di informazione e prenotazione per gli spazi della Casetta degli Scout, gestiti dalla stessa associazione, fino alla fine dell’anno nell’attuale sede di via Froncini. Questo per avere il tempo necessario per sostituire quello spazio piccolo e più difficile da raggiungere trovandosi in centro storico, con altri locali più ampi, accessibili e funzionali, sempre collocati nel contesto urbano, per un servizio più articolato con opportunità di autonomia e d’incontro con altre persone. Da tempo stiamo cercando soluzioni più avanzate e inclusive che poi sottoporremo all’AGFI con spirito collaborativo, così come coinvolgeremo nella coprogettazione tutte le organizzazioni interessate a portare il proprio contributo specifico nell’esclusivo interesse di tutte le famiglie interessate al tema della disabilità sia di questa città sia degli altri comuni dell’ATS n.6».

«Quello che non accetto – conclude l’assessore Tinti – è il metodo intimidatorio, allusivo e arrogante di alcuni soggetti che pensano di avere il monopolio del pensiero sul welfare. Se vogliono attaccare me facciano pure, difenderò serenamente il mio lavoro e continuerò a sostenere l’innovazione sociale nel nostro territorio, ma è indegno che si utilizzino ragazzi e ragazze con disabilità per altri fini, peraltro mancando di rispetto alle loro famiglie».