FANO – Fano-Urbino, il progetto della ciclopedonale a lato dei vecchi binari subirà ritardi burocratici.
«Le due questioni sollevate dal Ministero sulla ciclopedonale Fano-Urbino non riguardano affatto il progetto o la sua compatibilità con la ferrovia turistica, ma sono di natura amministrativa, entrambe risolvibili». È quanto sostiene Andrea Biancani (Pd), Vicepresidente del Consiglio regionale, replicando a quanto sostenuto in Aula in risposta alla sua interrogazione sullo stato di avanzamento delle ciclovie lungo le vallate del Foglia, Cesano e Metauro.
In particolare su quest’ultima è stata annunciata l’intenzione di individuare un tracciato alternativo per superare i pareri negativi ministeriali emersi nella Conferenza dei servizi. «Nel gennaio 2020 – ricorda Biancani – è arrivato il nulla-osta dalla Direzione RFI al progetto di fattibilità della ciclabile a 1,5 metri dalle rotaie, ritenuto compatibile con la riattivazione della linea ferroviaria turistica. Adesso viene rimesso in discussione il progetto con il rischio di allungare i tempi e di aumentare i costi. I pareri negativi comunicati dal Mit sono burocratici, si riferiscono alla proprietà di una particella che risulta ancora appartenere a un privato e non al Comune di Fano, e alla definizione di una concessione per completare il diritto di passaggio con Autostrade. I rilievi non mettono in discussione il progetto, ricominciare da capo significa sprecare le risorse regionali già spese per la progettazione, lo studio di fattibilità. Comporta annullare i pareri positivi già raccolti dai Comuni e da tutti gli enti coinvolti. E soprattutto si allungano i tempi, con il rischio di non rispettare la scadenza di utilizzo dei 4,5 milioni di euro già stanziati dal Ministero».
Nella risposta della Giunta all’interrogazione si fa riferimento a un nuovo tracciato che “favorirà il collegamento dei centri abitati e collegherà i principali servizi attraversati”: «Non utilizzare il sedime di proprietà RFI ed uscire da quel limite – evidenzia Biancani – significa aumentare il numero dei soggetti ai quali chiedere l’autorizzazione e un aumento dei costi legati agli espropri. Una ciclabile che attraversa i Comuni implica sicuramente più ostacoli da superare, perché interferisce con passaggi pedonali, soste, accessi, e avrebbe sicuramente un’attrazione turistica e paesaggistica minore. L’attuale progetto prevede solamente in corrispondenza di gallerie un itinerario alternativo all’esterno, e all’altezza dei ponti passerelle a sbalzo».
Il progetto consente di riqualificare una infrastruttura abbandonata da oltre trent’anni, senza escludere la riattivazione della ferrovia, tanto più di una metropolitana di superficie, ed è già stato condiviso con le amministrazioni locali coinvolte.