FANO – Non si placa il vento di polemica contro la realizzazione della variante Gimarra, il prolungamento dell’Interquartieri che dalla rotatoria di via Aldo Moro sbucherà sulla Statale 16, poco prima dell’hotel Riviera. Un vento che ha sempre più la portata della burrasca. Ad infliggere l’ennesima bordata al progetto sono stati gli esponenti fanesi del M5S, Mazzanti, Panaroni e Giuliani, che hanno voluto evidenziare, tramite una minuziosa analisi, tutti i malus del progetto che è poi sono sfociati in un’interrogazione all’amministrazione fanese.
Sul banco degli imputati gli esiti dello studio di fattibilità del Comune, costato oltre 24mila euro, che ha portato poi alla decisione del progetto contestata da molti: «L’individuazione precipitosa del tracciato di Gimarra, imposta per motivi essenzialmente elettorali, non ha più ragion d’essere alla luce dei risultati delle ultime elezioni regionali e della ferma opposizione manifestata da comitati di cittadini e ampi settori della società civile, compresi ex amministratori ascrivibili all’area politico-culturale di riferimento della maggioranza consiliare».
«Oltre ad aver rilevato numerose carenze rispetto a quanto previsto dalla normativa – proseguono i pentastellati – in particolare sugli aspetti idraulici, idrogeologici e paesaggistici, abbiamo individuato principalmente tre profili critici».
La prima criticità riguarda le analisi trasportistiche, che dovrebbero indicare il livello di comfort nel deflusso del traffico: «Sono calcolate tenendo in considerazione solo i tratti di nuova progettazione, anche se rappresentano una parte minoritaria dell’itinerario complessivo tra Fano e Pesaro. In questo modo, si attribuisce alla variante “Gimarra” un livello migliore (B – Comfort Discreto) rispetto a quello effettivo (C – Comfort Modesto), poiché non vengono computati i dati relativi alla Statale Adriatica, notoriamente caotica e problematica».
A fare storcere il naso anche l’analisi planimetrica: «Le pendenze relative alla variante “Affiancamento A14”, più o meno corrispondente alla complanare proposta dal Movimento 5 Stelle, sono state calcolate seguendo il profilo del terreno ed evitando di apportare – a differenza delle altre alternative – anche i più elementari accorgimenti planimetrici e altimetrici che consentirebbero di superare tale problematica».
Non meno grave sarebbe la disomogeneità in merito all’applicazione delle aliquote Iva: «Per quanto riguarda le varianti “Affiancamento A14”, “Via della Necropoli” e “Roncosambaccio”, si applica l’aliquota del 22% sia sulla componente lavori, sia sulle spese tecniche. Invece, in relazione alla variante “Gimarra”, si utilizza l’aliquota del 22% solo per le spese tecniche, mentre viene applicata l’aliquota ridotta del 10% per la componente lavori».
«Alla luce di tali analisi – concludono – unitamente ai costi sproporzionati della variante “Gimarra” sia in termini assoluti (19,2 milioni – pur con l’incognita segnalata in relazione all’Iva – per una strada di 3,6 km) sia in termini relativi (5,4 milioni al chilometro), abbiamo protocollato un’interrogazione non solo per chiedere conto degli apparenti difetti tecnici rilevati, ma anche per sollecitare l’Amministrazione Comunale a rivedere le proprie posizioni e abbracciare una visione complessiva che possa davvero liberare Fano dal traffico di attraversamento, in sinergia con gli altri Comuni del territorio».