FERMIGNANO – A Fermignano il 25 e 26 giugno si celebra l’integrazione dei popoli. Incontri, performance, arti, spettacoli, musiche, danze, culture, artigianato, tradizioni gastronomiche, assaggi golosi e autentici, compongono il mosaico etnico attorno al quale si animerà il Festival giunto alla sua 4° edizione e che riunirà a Fermignano circa sette gruppi nativi diversi del pianeta da: Albania, Benin, Italia, Marocco, Nigeria, Senegal, Pakistan, Ucraina.
L’evento è stato presentato in conferenza stampa in piazza Garibaldi (nel locale Bluet Bar) dal Sindaco Emanuele Feduzi, da Monica Scaramucci, Assessora Eventi e Politiche Educative, da Othmane Yassine, Consigliere con delega su Politiche Europee e Inclusione Sociale, da Ubaldo Ragnoni, Assessore Cultura, dall’artista Giovanni Gaggia, e da Sara Cucchiarini, Assessora Pari Opportunità del Comune di Fano.
“Popoli in Festa, su cui crediamo fortemente e che torna, a distanza di due anni, dopo lo stop causato dalla pandemia, – ha dichiarato il sindaco Emanuele Feduzi – è il fiore all’occhiello delle numerose attività che il Comune porta avanti per garantire a pieno l’inclusione sociale. Abbiamo deciso di portare le tradizioni in piazza poiché è il luogo deputato alla conoscenza, all’incontro e al dibattitto. Abbiamo iniziato con un esperimento, che si è rilevato felice e poi abbiamo aggiunto alcuni tasselli. Per esempio la Carta dei Sindaci sull’inclusione sociale di cui Fermignano è capofila insieme a Gradara e alla quale sono collegati altrettanti comuni, in totale 42 provenienti da tutta Europa. Cito il dialogo intercultare tra Chiesa Cattolica e musulmani, nel percorso intrapreso. Quest’anno aggiungiamo il progetto ‘Piste’ in collaborazione con l’Università di Urbino con cui collaboriamo da tempo sui temi dell’integrazione e le collaborazioni con le tante associazioni del territorio che ringrazio”.
«Oggi siamo pronti a una nuova sfida – ha esordito l’Assessora agli Eventi e alle Politiche Educative Monica Scaramucci – realizzare una inclusione piena, dove i confini della comunità sono aperti a tutti, eliminando ogni forma di discriminazione, abbattendo gli stereotipi e creare una società ancora più forte ed unita. Cerchiamo di farlo promuovendo il dialogo e la condivisione di esperienze, a comprendersi reciprocamente senza abdicare alla propria identità, alle proprie origini, ma per vivere appieno il presente nel rispetto di sé e degli altri. Terzo polo industriale della provincia di Pesaro e Urbino, Fermignano da tempo accoglie numerose etnie provenienti da tutto il mondo che, mentre all’inizio, negli anni ’90, è stato difficile raggiungere una vera inclusione, oggi possiamo affermare che qui trovano la bellezza di una città aperta, vivibile, ospitale e dinamica, che ha fatto dell’incontro con l’altro e dell’inclusione le sue virtù. Ringrazio Arturo Romani, che ha seguito l’evento dalla nascita e anche quest’anno non ha mancato di darci degli spunti interessanti così come la Pro Loco».
Piazza Garibaldi, per due giornate, diverrà il centro del mondo dove andranno in scena nuove esperienze per favorire l’integrazione tra culture, per esempio con il progetto ‘La Storia siamo noi’, che prevede alcuni percorsi in cui i linguaggi dell’arte contemporanea si aprono in modo trasversale alla comunità, attraverso laboratori e esperienze condivise, in cui la forma tradizionale dell’arte, quella che ci è stata insegnata a osservare senza toccare, viene trasformata in un’esperienza del possibile.
A presentare il progetto in conferenza stampa Giovanni Gaggia, artista poliedrico, la sua arte spazia dalla performance al ricamo, fino alla danza contemporanea. Sempre pronto a sperimentare nuove vie espressive, a Fermignano propone la performance collettiva “Giochi di carte”. «Un torneo di carte che si svolgerà – ha dichiarato l’artista – seguendo tutte le regole e i fasti del caso, per abitare la piazza nella dimensione antica del gioco come non avviene da tempo. In palio ci saranno prodotti ed elementi scelti dagli stessi giocatori e dovranno rappresentare le culture dei popoli che compongono l’attuale cittadinanza del Comune. Ogni partecipante avrà un foglio di carta Fabriano (in collaborazione con Zona Conce, centro culturale polivalente di Fabriano) sul quale cadranno non solo i punteggi della partita, ma i segni che ognuno vorrà lasciare di sé. Si affresca così una scrittura corale, con il linguaggio e le forme del quotidiano che potrà poi esser composta in una installazione, una mappa dei segni».