FERMIGNANO – I rincari delle materie prime stanno pesando notevolmente sulle imprese marchigiane. L’aumento dei costi non consente di programmare gli investimenti e frena di conseguenza la crescita. Gli imprenditori stanno fronteggiando una situazione complessa, che arriva subito dopo i lockdown e le restrizioni causate dal covid. Ci vuole tanto coraggio. E la capacità di guardare oltre.
«Negli anni passati – dice Daniela Ciacci, direttrice finanziaria dell’AT Metalli di Fermignano – si aveva la possibilità, seppur con difficoltà a gestire le proprie commesse di lavoro, di fare anche delle previsioni a medio termine. Oggi non è più possibile. Purtroppo i rincari delle materie prime, che subiscono variazioni di prezzo in alcuni casi anche quotidianamente, rendono difficile elaborare persino un preventivo. Lo fai al mattino e la sera già non è più valida la quotazione. Questo per gli imprenditori è snervante, oltre a essere una perdita di tempo e denaro. A livello economico, è diventato quasi impossibile redigere un business plan. Prima ci si azzardava a fare una proiezione sui 5 anni, post Covid si è accorciato il tempo a tre anni e ora, se va bene, si riesce a mantenere il trend dell’anno».
Le Marche stanno soffrendo. Il conflitto russo-ucraino sta infliggendo duri colpi a un’economia che ha rapporti consolidati e scambi commerciali assidui con Mosca. «Da una recente indagine a livello marchigiano – spiega Daniela Ciacci – è emerso che purtroppo il settore calzaturiero è quello che sta soffrendo di più, sia per la merce destinata al mercato Russo che per i motivi interni di cui tutti siamo a conoscenza. Gli imprenditori della nostra regione non sanno se riusciranno a recuperare al 100% i rincari: è probabile che vengano riconosciuti dai propri clienti soltanto in parte. Ci si sta adoperando per cercare nuovi fornitori fuori regione. Tutti prevedono un aumento di fatturato. Ciò fa ben sperare, ma è anche e soprattutto una diretta conseguenza dell’aumento dei costi».
La direttrice finanziaria dell’AT Metalli di Fermignano, oltre a questi ostacoli, deve quotidianamente fronteggiare anche il suo essere donna in un mondo – quello imprenditoriale italiano – dominato sostanzialmente da uomini. «Per quanto riguarda l’imprenditoria femminile – il suo commento -, credo che ci sia ancora tanto da lavorare. Siamo riuscite ad ottenere attenzione, ci siamo fatte spazio ed ora abbiamo la possibilità di dimostrare le nostre competenze. Certamente c’è ancora tanto da fare, basti pensare alle difficoltà quotidiane di gestione casa, figli e lavoro, però qualcosa si è mosso nel modo giusto e tanti uomini, imprenditori, per quel che mi riguarda danno ampio spazio e visibilità alla figura femminile. Confapi Industria Ancona ne è un esempio, io ne sono testimone tangibile. Sono certa che la collaborazione possa dare ottimi vantaggi per tutti».
Daniela Ciacci è stata anche inserita nel progetto “Dante secondo Lei”, curato dalla scrittrice e ricercatrice marchigiana Giuliana Poli, in cui sono state raccolte le voci di 100 donne, il loro punto di vista sul Sommo Poeta e sulla condizione femminile.