PESARO – Ferrovia Fano-Urbino, il tracciato è compromesso. Non manca la critica politica. Il vicepresidente del consiglio regionale Andrea Biancani (Pd) interviene nuovamente sul tema del ripristino della ferrovia Fano-Urbino. «Prendere in giro i cittadini con promesse irrealizzabili è il modo migliore per far perdere la fiducia nella politica e nelle istituzioni».
«Si parla di ripristino di una ferrovia commerciale, di una ferrovia a esercizio quotidiano. Non si può continuare a raccontare le favole ai cittadini in questo modo, a tutto c’è un limite. Sono 36 anni che i politici, di tutti i colori, e ora anche gli attuali amministratori regionali, continuano a promettere la riattivazione della ferrovia Fano-Urbino. Questo studio è costato al Ministero 1 milione di euro, al quale si è aggiunto un ulteriore investimento della Regione di 350mila euro per chiedere a Rfi una verifica sul ripristino del traffico commerciale, oltre che di quello turistico. Dopo 4 anni i risultati non sono stati ancora resi pubblici».
La linea ferroviaria è chiusa dal 1987 ed oggi si contano almeno 97 intersezioni stradali, di cui oltre 50 con strade pubbliche. Dovrebbero essere previsti passi carrabili, ponti, sottopassi, per un’infrastruttura che costerebbe centinaia e centinaia di milioni di euro, e non arriverebbe neppure ad Urbino, ma 3 chilometri più in basso.
«Se vogliamo davvero costruire una ferrovia per collegare l’entroterra ad Urbino, non può essere utilizzato il vecchio tracciato, occorre un tracciato nuovo, magari parallelo alla Fano-Grosseto, che non interferisca con strade o aree abitate.
Continuerò a battermi per realizzare una infrastruttura della sostenibilità che, oltre a un percorso ciclo-pedonale accanto ai binari, includa anche un mezzo a basso impatto ambientale, anche elettrico (ad esempio una metropolitana di superficie), che possa trasportare residenti, studenti e turisti, collegando Fano ad Urbino, fino al parcheggio di Mercatale. E magari in futuro, dopo Fossombrone, la pista ciclabile può deviare all’altezza delle Marmitte dei Giganti per sbucare verso la cava di Sant’Anna, dentro il Furlo. Una pista ciclabile a sbalzo sull’acqua lungo la Gola del Furlo. Sarebbe un’attrazione turistica straordinaria a livello nazionale e internazionale, volano per nuove strutture ricettive, attività di noleggio bici, enogastronomia».