Pesaro

Filcams Cgil: «Per lavoratori stagionali del turismo opportunità quasi azzerate»

La sindacalista della Cgil parla di una "situazione drammatica". Criticità anche nel commercio e per le lavoratrici delle mense scolastiche

La spiaggia di Pesaro

PESARO – C’è un comparto che affronterà una stagione drammatica, quello del turismo. Imprenditori, gestori di locali, ristoratori costretti ad abbassare il numero di coperti con la prospettiva di fatturati più bassi. L’altra faccia della medaglia riguarda i lavoratori stagionali. Per loro il posto potrebbe essere un miraggio.

Barbata Lucchi segretaria generale della Filcams Cgil parla della situazione in provincia. «Il settore turismo continua a scontare ancora una situazione di forte difficoltà: molte attività continuano ad essere sospese, dalle agenzie di viaggio e i tour operator alle strutture ricettive, i pubblici esercizi e la ristorazione. Riapriranno gradualmente, dal 18 maggio, i musei e seppure in termini tutti da definire si prospetta un possibile riavvio anche per le stazioni balneari e termali. È certamente fortemente compromessa la prospettiva per i lavoratori stagionali del turismo. I provvedimenti adottati dal Governo non sono sufficienti a recuperare la condizione di estrema difficoltà in cui versa una parte rilevante degli addetti del settore turismo per i quali si rendono necessari interventi specifici ed immediati. Nella regione Marche lo scorso anno sono state oltre 7.800 le assunzioni stagionali, ma sappiamo che questo è un numero sottostimato in ragione delle criticità che ogni anno denunciamo come Filcams attraverso la nostra campagna di informazione e sensibilizzazione contro le irregolarità del settore. Nel contesto attuale gli stagionali del turismo vedranno le loro opportunità di occupazione azzerate o fortemente ridotte a causa del crollo della domanda turistica anche a seguito della ridotta mobilità sociale; per l’assenza di turisti stranieri e per ciò che sarà permesso o no in termini di spostamenti interregionali.

I primi interventi in materia di ammortizzatori sociali sono ormai scaduti o prossimi alla scadenza; occorre garantire continuità di reddito per tutti i lavoratori coinvolti in questa crisi senza precedenti. Nel contempo dovremo saper costruire una prospettiva di lavoro sostenibile per il futuro e la salvaguardia di un settore strategico per l’economia della nostra regione e del Paese».

Barbara Lucchi, Filcams Cgil

Ma non è l’unico comparto a soffrire. «Gli addetti del commercio, delle farmacie, della vigilanza e del settore domestico non hanno mai smesso di lavorare nonostante il rischio contagio per garantire servizi indispensabili alla collettività, con grande senso di responsabilità, in prima linea e sprovvisti, nelle prime settimane, degli strumenti adeguati alla salvaguardia della propria salute e sicurezza. Con il timore di contagiare anche i propri familiari. Sono stati registrati purtroppo registrato picchi altissimi di assenze per malattia anche tra gli addetti del settore.

Con il blocco la situazione è gradualmente migliorata. Ora si apre una nuova fase ma per i settori che rappresentiamo essa non rappresenterà un cambiamento radicale; tutt’altro. Continueranno a lavorare le aziende che già lavoravano; alcune attività ripartiranno solo dopo una fase di preparazione per la ripresa in sicurezza; alcune non saranno nelle condizioni di ripartire completamente per le a causa delle condizioni dettate dalla necessità di contenimento del contagio; tante continueranno a rimanere chiuse.

Fanno parte del settore anche le lavoratrici delle pulizie e delle mense scolastiche per le quali nutriamo grande preoccupazione per lo scenario che potrebbe prospettarsi in ordine alle riaperture delle scuole. Sono lavoratrici prevalentemente con contratti part time involontari di pochissime ore settimanali e retribuzioni molto basse a cui si somma negativamente l’impatto della cassa integrazione. Situazione simile per gli addetti delle mense aziendali.

La fase due quindi è per noi ancora una fase di emergenza nella quale va mantenuta massima attenzione sul rispetto delle indicazioni sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nelle buone norme che tutti siamo chiamati a rispettare, per il bene comune. Le aziende stanno elaborando il proprio protocollo in applicazione delle misure sulla sicurezza ai quali seguirà l’istituzione dei comitati aziendali; molti imprenditori sollecitano la politica per riaprire prima possibile la loro attività; alcune piccole realtà rischiano di non riuscire a sopravvivere e tanta preoccupazione investe le lavoratrici e i lavoratori che temono di perdere il lavoro. A questo si aggiunge la disperazione del ritardo nel pagamento della cassa integrazione; l’accordo siglato con le banche non sta funzionando e molte famiglie versano in condizioni davvero drammatiche».