PESARO – Ripartito il settore edile, ma anche in questo caso le criticità non mancano. Seppur le casse edili sono riuscite a garantire liquidità ai lavoratori.
Nel comparto, uno dei locomotori della nostra economia, la fase due ha segnato il ritorno al lavoro nei cantieri che erano stati bloccati a fine marzo.
Ad analizzare la situazione è Gianluca Di Sante responsabile edilizia della Fillea Cgil Pesaro e Urbino: «Dopo la chiusura totale alla fine di marzo – spiega – con le ditte più grandi abbiamo stipulato dei protocolli sulla sicurezza previsti dal Dpcm e ne stiamo sottoscrivendo uno territoriale che garantisca la copertura alla maggior parte delle nostre imprese che sono di piccole e piccolissime dimensioni. Alla consegna dei Dpi da parte delle aziende uno dei punti critici è la gestione degli spazi comuni: mense e ristoranti essendo chiusi hanno costretto i lavoratori a consumare il pasto nel cantiere tenendo le distanze di sicurezza e fortunatamente la bella stagione lo ha permesso».
«Un altro punto critico è il trasporto, ovvero il percorso dalla sede della ditta al cantiere visto che il decreto stabilisce anche in macchina o sui camioncini regole di sicurezza quali: non più di due o tre persone a bordo di un camioncino che prima e dopo la partenza deve essere sanificato. Su questo abbiamo ricevuto molte segnalazioni e siamo sicuri che ne arriveranno altre».
Per la ripresa delle attività produttive la maggior parte dei cantieri sono ripartiti. E gli ammortizzatori sociali hanno funzionato. «Grazie ai lavoratori e al nostro sistema bilaterale siamo riusciti a far arrivare della liquidità anticipando una parte del trattamento di ferie di agosto che viene retribuito dalla cassa edile e all’anticipo degli scatti di anzianità sempre a carico della stessa».
«A livello provinciale e regionale stiamo cercando di raggiungere con le controparti, a breve, una intesa aspettando le linee guida delle casse edili nazionali. Nel frattempo stiamo comunque controllando durante i nostri “giri” nei cantieri l’applicazione di tutte le norme di sicurezza».
«L’edilizia è un settore in cui lo svolgimento del lavoro avviene all’aperto dove è più semplice rispettare le distanze per cui la diffusione del Coronavirus e quindi l’aumento dei contagi non dovrebbe toccare livelli alti come purtroppo è accaduto e accade in altri settori».
«La scelta del Governo di chiudere tutte le attività ha contribuito alla riduzione del numero dei contagi ma è nostro dovere, assieme agli organi competenti, garantire che vengano rispettati tutti i protocolli. Non dimentichiamo che la nostra categoria già prima dell’emergenza sanitaria aveva ed ha ancora un triste primati di infortuni mortali. La sicurezza è sempre stata una grande esigenza per i nostri lavoratori che affrontiamo in maniera capillare con la formazione preventiva svolta egregiamente dalle scuole edili nel variegato panorama dell’offerta formativa».