PESARO – Dopo medici e infermieri e over 80 tocca ai “servizi essenziali”. Le forze dell’ordine chiedono chiarimenti.
Il segretario del Sipl Cgil Pierpaolo Frega, sindacato di Polizia, attende con impazienza delle date. «Si racconta che il 2 marzo forse inizieranno le vaccinazioni al personale delle forze dell’ordine. Potrebbe essere l’inizio di una fiaba o la fine di un incubo perché al momento purtroppo c’è solo l’incertezza di come gli operatori delle forze di polizia vivono l’attesa della vaccinazione. Siamo al 25 febbraio e ancora non si sa nulla di quando inizieranno. Ad oggi le Marche sono al 15º posto per somministrazioni. La Regione è in grave ritardo su tutti i fronti: gli ospiti delle Rsa (6.413 su 9.000), gli anziani ultraottentenni (solo 7.052 su 133.000), le persone disabili (nessun vaccinato), gli insegnanti (nessun vaccinato). È urgente un netto cambio di passo ed è indispensabile un diverso modello organizzativo».
Frega aggiunge. «Amareggia che mentre nella stragrande maggioranza delle altre regioni gli operatori delle forze dell’ordine abbiano iniziato la fase vaccinale, qui ancora siamo al “forse il 2 marzo”».
L’assessore regionale alla Sanità Saltamartini ha fatto sapere che si sta predisponendo, inoltre, la piattaforma per la prenotazione delle vaccinazioni per le categorie di insegnanti, forze dell’ordine e altri. L’obiettivo è anche vaccinare i dipendenti comunali, i sacerdoti, il personale delle agenzie funebri, gli avvocati e anche i giornalisti.
«Ricordiamo all’assessore della sanità ex operatore di Polizia, nonché quadro sindacale – conclude Frega – le difficoltà che incontrano quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia di Stato. Gli rammentiamo che la nostra professione non prevede distanziamento sociale facilmente applicabile, che le occasioni di contagio sono molto frequenti, che accanto a loro ci sono famiglie, anziani e soggetti fragili. Quindi prima si mettono in sicurezza loro, prima il contenimento del virus è fattibile. Forse ignora che in piena pandemia nei mesi dove la confusione era totale, rispetto ad un tasso nazionale che si aggirava sul 12/13%, gli uffici pesaresi della questura segnarono un 25% di contagio. Dobbiamo aspettare anche la terza ondata per vedere se abbiamo sviluppato immunità di gregge».