PESARO URBINO – Gestione idrica, Legambiente ha organizzato un focus intitolato “Strategie per una corretta gestione della risorsa idrica nella Provincia di Pesaro-Urbino”. La diminuzione delle piogge, legata al cambiamento climatico, rallenta il rifornimento non solo delle acque superficiali ma anche di quelle sotterranee. Molte sorgenti da cui la provincia attinge l’acqua si stanno lentamente esaurendo. In una provincia che per circa l’80% utilizza acqua di superficie proveniente da fiumi e invasi, questa situazione rischia di avere effetti ancora più preoccupanti.
Oggi ci troviamo con una rete acquedottistica molto frammentata con più di 5.000 km di acquedotti con 400 punti di captazione differenti. Un sistema complesso con scarse interconnessioni tra le reti che penalizza soprattutto i comuni dell’entroterra. Attualmente, infatti, la costa ha una rete di tubature che interconnette più sistemi permettendo di portare l’acqua dove manca. Per l’entroterra, invece, occorre realizzare le interconnessioni per permettere il collegamento tra i comuni che, soprattutto in estate, sono costretti al rifornimento tramite autocisterne con un notevole impatto ambientale.
Tra gli interventi quello del consigliere regionale Andrea Biancani: «Molto importante è anche sollecitare ENEL Green Power, che gestisce in concessione gli invasi, l’attività di sfangamento e pulizia degli stessi prima del 2029 (anno previsto dalla convenzione). Negli anni, infatti, la loro capacità si è notevolmente ridotta, fino a scendere sotto il 50%, a causa dei depositi di ghiaia e fango.
Per questo intervento è di fondamentale importanza che la Regione solleciti ENEL. È inoltre importante sostenere gli investimenti previsti dall’ATO nel piano 2020-2027 per ridurre le perdite idriche dovute alla vetustà delle infrastrutture. Perdite assolute che nel 2020 erano pari al 32,9%, con circa 6 metri cubi a km al giorno».
Tra i temi la lotta allo spreco e all’uso consapevole. «Infine, è importante l’approvazione del nuovo Piano Regolatore degli Acquedotti della Regione, in collaborazione con gli altri enti (ATO, Provincie e Comuni), per intercettare i finanziamenti. Tra finanziamenti statali, quelli previsti nella normale programmazione europea e le risorse collegate al PNRR avremo a disposizione sia per l’ammodernamento degli acquedotti, sia per la depurazione che per la realizzazione degli invasi, una quantità di risorse mai vista prima. È importante elaborare da subito una strategia complessiva».