PESARO – Fasce deboli della popolazione e iniziative di beneficenza, per qualcuno stona la presenza dei politici a sottolineare la bontà di certe azioni.
A parlarne è Giovanni Dallasta, conigliere del gruppo misto di minoranza. «L’avvicinarsi del Natale ma soprattutto delle elezioni amministrative rende tutti più sensibili ai temi sociali. Il terzo settore rappresenta un potente veicolo di voti e di consenso e non è un caso che si moltiplichino in città iniziative per celebrare lo spirito mutualistico. Nessuno può mettere in discussione l’importanza del lavoro dei volontari e delle associazioni che non finirò mai di ringraziare, ma non si può non notare l’onnipresenza della politica che cerca di mettere il cappello ad ogni iniziativa. La politica pesarese è diventata talmente auto-referenziale ed auto-celebrativa da aver perso di vista la realtà quotidiana».
Il consigliere prende come esempio un recente caso di cronaca ovvero, la storia di tre persone di nazionalità italiana che, occupavano, di fatto, spazi all’aperto alla biblioteca San Giovanni non avendo la possibilità finanziaria di prendere un’abitazione.
«È mai possibile che questo Comune non riesca a trovare una soluzione stabile per queste tre persone che per giunta hanno problemi di salute per le precarie condizioni di vita? Nel 2019 il Comune approvò il programma denominato “Protezione freddo”, per aiutare le persone che nei mesi invernali si trovavano a dormire in mezzo alla strada. Questo programma funzionò grazie anche alla collaborazione con le Forze dell’Ordine e con strutture ricettive, sensibili alla solidarietà. Dallo scorso anno la “protezione freddo” non esiste più, la politica pesarese non ha resistito alla tentazione di complicare il tutto creando “un riparo per tutti“ e poi il “pronto intervento sociale” che non si comprende bene cosa sia, da chi sia formato e quanto costi, che rappresenta, nei fatti, un doppione della “Città della Gioia” che in questi anni, ha gestito molto bene le emergenze».
Dallasta fa sapere che «ad oggi vengono stanziati dal Comune di Pesaro oltre sei milioni di euro tra sovvenzioni ed aiuti per le situazioni di emergenza e disagio sociale su l’investimento e l’utilizzo di questi fondi occorrerebbe maggiore attenzione e chiarezza. I CAS, servizi di prima accoglienza per gli extra-comunitari, la cui gestione amministrativa spetta alla Prefettura, hanno a carico, a livello provinciale circa 600 persone, mentre il SAI (ex progetto SPRAR), vale a dire il servizio di seconda accoglienza per persone che abbiano già ottenuto la protezione internazionale, la cui competenza a livello amministrativo è del Comune, dispone di circa 100 posti. L’obiettivo della Legge e dei finanziamenti pubblici conseguenti, sarebbe quello di permettere un’assistenza quotidiana di queste persone, attraverso anche un percorso che preveda, in primo luogo, l’apprendimento della lingua italiana e l’avviamento al lavoro. Spero che questo percorso, molto importante, venga messo in campo e che, chi deve controllare, controlli. L’ambito territoriale vanta ben 38 assistenti sociali raggiungibili solo al mattino nei giorni lavorativi. Le emergenze avvengono anche pomeriggio e notte oltre festivi, in questi casi, il servizio è carente e spesso le persone ricorrono alle Forze di Polizia e al 118 organi che non dovrebbero occuparsi di questo. Da ultimo, non posso non segnalare il lavoro importante svolto da casa Aurora, struttura che ospita donne sole e vittime di violenza e stalking e, considerati i fatti di cronaca attuali, strutture come questa andrebbero sostenute con maggior forza».