FANO – Che cos’è l’arte se non intuire la forma che si cela dietro la materia? Lo sa bene Stefano Furlani, fanese divenuto famoso in Italia e nel mondo grazie ai suoi celeberrimi “Sassi d’Autore” tanto da essere celebrato dal “The Sun” e dalla CNN. Stefano prende i sassi levigati dal mare e dal tempo, con indiscussa abilità li assembla tramutandoli in veri e propri capolavori che sono stati esposti in Italia, in Europa e nel mondo.
Un’arte la sua, iniziata quasi per gioco; una maestria, diretta discendente della saggezza da artigiano ereditata dal padre Giuseppe. Proprio nella bottega di famiglia, dove il babbo gli ha insegnato l’arte della falegnameria e del restauro, Stefano vede nascere la sua bravura nel saper osservare e comporre e che ha poi trasposto nella sua “Bottega del Furlo” che dal 2014 è diventata metà laboratorio e metà atelier dei suoi unici “Sassi d’autore”. Le sue opere raccontano tematiche estremamente diverse: si passa dai paesaggi marini, agli animali, alla tematica religiosa ma anche alla trasposizione di foto personali e momenti di vita vissuta. Non mancano poi i tributi ai grandi classici dell’arte: vedi “L’urlo di Munch” ma anche quelli dedicati a personaggi iconici e famosi del mondo dello sport, del cinema e della musica. Una verve così ispirata da finire sulle pagine del tabloid britannico “The Sun”, sulla CNN e sfociare in mostre dedicate sia in Italia che nel mondo.
Una carriera così prolifica ed apprezzata che ad inizio anno è stata celebrata con la pubblicazione di un libro che raccoglie e racconta i primi 10 anni di attività di Stefano Furlani, un artista che, con lo stile inconfondibile dei suoi Sassi d’Autore, come ricordato per l’occasione dal primo cittadino Massimo Seri, «porta il nome di Fano e la creatività dei suoi cittadini nel mondo».
Una forma d’arte iniziata quasi per caso nell’estate del 2012, giocando con il figlio Davide di appena tre anni, sulla spiaggia di Sassonia come ci racconta lo stesso Stefano: «È nato tutto per gioco 10 anni fa con mio figlio, quando in riva al mare ci divertivamo a trovare i sassi con delle forme strane, a costruire, a fare delle composizioni sul lettino del mare che, una volta fotografate, venivano puntualmente distrutte perché erano fini a loro stesse…una sorta di arte estemporanea solo per noi. Poi, alla fine dell’estate ci è balenata l’idea di portarli in bottega ed attaccarli in dei piani di legno. A settembre 2012 ho iniziato quindi a creare dei quadri… da lì a breve ho depositato un marchio, ho dato un nome a questa forma d’arte, ‘Sassi d’autore’. La cosa è letteralmente esplosa suscitando grande interesse da parte sia dei media locali, ma anche nazionali ed esteri di questa forma d’arte che tutt’ora continuo a portare avanti; mio figlio ha oramai 13 anni ed ha altri interessi quindi segue i manufatti in maniera meno attiva. L’andare per sassi oramai è diventato un appalto mio e di mia moglie, è lei che si occupa di molte questioni, tra cui la pubblicazione recente del libro…i meriti al riguardo, ci tengo a sottolinearlo, sono veramente suoi. Ad oggi non so dove ci porterà questo andare per sassi, so che però è un qualcosa che ci riempie ancora di soddisfazione e felicità».
Tante le opere create, tutte emotivamente importanti, ma ce ne è una a cui Stefano è comprensibilmente affezionato: «La pietra miliare di “Sassi d’autore” è sicuramente l’indiano...è stato la prima opera, intoccabile e intramontabile…tra le ultime invece mi piace citare il profilo di Dante, fatto nel 2021 in occasione dei 700 anni dalla morte con il quale si è raggiunto un livello alto: non solo per la composizione ma per il livello di somiglianza che ti assicuro con i sassi, è veramente difficile da riuscire ad ottenere».
Non mancano i progetti futuri anche se Stefano non si sbilancia: «Di idee ce ne sono diverse ma non dico nulla se non che continueremo, io e mia moglie, ad andare per sassi con estremo piacere: non sappiamo cosa ci riserva il nostro percorso ma lo percorreremo sempre con lo stesso entusiasmo».