FANO – Tra gli ospiti più prestigiosi che animeranno il cartellone dell’edizione 2022 di Passaggi Festival, spicca quello di Iva Zanicchi, cantante (tre volte vincitrice del Festival di Sanremo), conduttrice televisiva (chi non ricorda “Ok, il prezzo è giusto”), attrice, opinionista ma anche scrittrice. L’artista a 360° si trova a Fano per parlare della sua ultima fatica letteraria, Un altro giorno verrà da poco uscito. Noi di CentroPagina non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione per fare quattro chiacchiere con l’Aquila di Ligonchio.
È da poco uscito il suo quarto libro: cosa significa per lei scrivere e quando ha scoperto questa sua passione?
«La scrittura mi ha sempre affascinato: ho sempre scritto, durante i mie viaggi, le mie tournée ma anche da bambina: è un modo bellissimo per divagare, per entrare in altri mondi, per sognare. Mi piace scrivere perché mi trasporta in altri mondi dove si può volare solo con la fantasia; amo scrivere nei momenti tristi, ma anche in quelli felici, è uno sfogo che mi appaga quanto la musica e, in questo momento della mia vita, forse anche di più. Sono particolarmente contenta e legata ad “Un altro giorno verrà”: si tratta di una saga familiare al maschile che attraversa tutto il secolo: amori, passioni ma anche tanta religiosità».
Quando e come è nato Un altro giorno verrà?
«A questa domanda generalmente rispondo “sotto Covid-19” il che, almeno in parte, è anche vero. Le spiego: quando sono stata ricoverata all’ospedale ad inizio di questa orribile pandemia insieme a mio fratello e mia sorella mi sono trovata a non poter far nulla: ero attaccata alla macchina dell’ossigeno, non potevo leggere, non potevo scrivere allora, per passare il tempo, nella mia testa ho iniziato ad elaborare questi personaggi che, in quei giorni difficili, mi facevano compagnia… quando sono uscita ho iniziato a scrivere e, pagina dopo pagina, hanno preso forma. Ci tengo a dire che questo libro è dedicato a mio fratello che purtroppo non ce l’ha fatta… eravamo ricoverati insieme nello stesso reparto in quei giorni terribili: uno dei dolori più grandi della mia vita, accentuato dal fatto di non averlo potuto rivedere né prima né dopo. Scrivere, in particolare questo libro, ha avuto un ruolo importante anche nell’elaborazione del lutto».
Quanto c’è di autobiografico in questa epopea familiare?
«Credo che sia quasi fisiologico, quando si scrive, finire per pescare in quanto si conosce meglio, in quello che si ha vissuto: luoghi, personaggi, storie… ad esempio il capostipite del mio romanzo, quello che fa il pastore, è diretta conseguenza dei racconti dei mie nonni, di quei tempi, di quelle grandi fatiche ma anche di quei grandi divertimenti… e poi, il personaggio principale mi assomiglia molto: parte da questo piccolo paese di provincia e grazie alle sue doti e alla sua intelligenza finisce in mezzo allo sfavillio delle luci di New York. Un’altra grande protagonista delle mie pagine è sicuramente la… passione! Pensi che mi hanno anche sgridato perché in certi passaggi sono stata troppo… passionale!»
Nonostante la sua indiscussa e ben nota femminilità, dai suoi libri emergono spesso ritratti di figure maschili: come mai?
«Confesso di essere un po’ maschilista, del resto sono cresciuta come un maschiaccio, giocavo a biglie, a bocce, cercavo i nidi degli uccelli e poi sono stata abituata al rispetto verso l’uomo, il padre, i fratelli… fin da piccola li guardavo con un amore diverso. Mia madre mi ha insegnato un rispetto e un’attenzione particolare verso l’uomo, ci vuole grande amore e rispetto verso gli uomini, allora loro ricambieranno. Quando scrivo poi mi immedesimo completamente nei personaggi maschili: riesco a mettermi completamente nei loro panni. La fantasia aiuta molto e comunque mi capita lo stesso con i personaggi femminili della storia… il motore è comunque sempre l’amore: deve sapere che, a qualsiasi età, anche la mia, tutto gira ancora intorno al pensiero amoroso, alla fantasia…una curiosità ed una passione che non ha niente di morboso ma è l’energia che muove il mondo».
Si legge sulle sue note bibliografiche cantante, conduttrice televisiva, attrice, opinionista ed ex politica italiana: tante vite, ce n’è una che non ha vissuto e che invece avrebbe voluto vivere?
«Uno pensa fisiologicamente a quello che non ha ancora fatto… comunque, ora che me lo chiede, mi ci fa riflettere: mi è venuta in mente una cosa che Le dico in anteprima e che ancora non avevo svelato a nessuno: vorrei che questo mio libro “Un altro giorno verrà” diventasse una fiction…ecco, questo potrebbe essere il mio prossimo sogno! Sempre senza tralasciare la scrittura e la musica… vorrei continuare per più tempo possibile a regalare emozioni attraverso le canzoni».