Pesaro

L’abbazia di San Michele di Lamoli al 31° posto della classifica del Fai

La soddisfazione del sindaco di Borgo Pace Romina Pierantoni: «Sarà al centro di un progetto di sviluppo turistico e culturale del territorio»

L'abbazia di San Michele Arcangelo a Lamoli di Borgo Pace

BORGO PACE – Secondo posto nelle Marche e 31° posto a livello nazionale nella classifica dei “Luoghi del cuore” del Fai, il fondo ambiente italiano. Una classifica in cui i voti degli italiani spingono i luoghi della bellezza ai primi posti.

L’Abbazia di San Michele Arcangelo di Lamoli, a Borgo Pace (PU) ha raccolto 9249 voti. Sorge al crocevia di tre punti di valico, sulle pendici dell’Appennino Umbro-Marchigiano. La sua costruzione fu commissionata dai monaci benedettini tra il IX-X secolo (le fonti documentarie la citano dall’anno 1218). Del complesso originario di imponenti dimensioni oggi si vede la veste tardo romanica risalente al XII secolo, composta da chiesa, monastero e foresteria. La chiesa conserva la caratteristica facciata a doppio spiovente con piccolo rosone e l’impianto a tre navate; sono originarie parte della navata centrale, la navata destra sorretta da otto arcate, l’abside e la cripta. Vi è un campanile a vela e tra le numerose opere conservate vi sono alcuni frammenti scultorei nella cripta che fanno ipotizzare una origine nel VI sec. d.C.; affreschi di scuola umbra della fine del XV sec. raffiguranti una Madonna in trono che allatta il Bambino, un San Rocco e un San Giuliano; un pregevolissimo Crocifisso ligneo attribuito alla scuola del Brunelleschi, una lunetta di Raffaellino del Colle.

È molto soddisfatta del risultato il sindaco di Borgo Pace Romina Pierantoni: «Per noi è un risultato importante, rappresenta la tenacia e il grande senso di appartenenza di un gruppo di donne verso il paese e verso questa chiesta, un contenitore culturale del comune di Borgo Pace. Un 31° posto che mette in evidenza le caratteristiche del nostro borgo e ci consente di sperare in un futuro per i nostri territori, dal senso di comunità ai beni culturali che possono offrire i borghi italiani. Forse ci si era dimenticati di questa chiesa, ma ora anche grazie alla tenacia di Nadia Fravretto, può essere un progetto di sviluppo turistico e promozione del territorio».

Altro bene pesarese in classifica al 56° posto la Pieve di Santo Stefano di Gaifa e torre Brombolona di Canavaccio.

La pieve di Santo Stefano di Gaifa

La pieve sorge nel territorio del comune di Urbino, in località Canavaccio, a 7 km circa dal capoluogo. Le sue vicende sono legate al monastero benedettino di Sant’Angelo di Gaifa, documentato fin dal 905-914 e chiuso nel 1788. Attestata fin dal XIII secolo, è matrice dei castelli di Gaifa e Primicilio. La chiesa antica, che si ritiene sorgesse accanto all’abbazia, fu distrutta dai Barbari e ricostruita due volte. Riedificata in forme più ampie nel corso del Seicento, è consacrata nel 1727. È un luogo ricco di memorie, che appartengono alla grande storia, ma anche alle piccole storie nella storia, alle vicende personali di uomini e donne, che hanno vissuto partecipando comunque ai più ampi destini della collettività. Da ciò derivano emozioni, ricordi di una propria identità, ma il proposito è di continuare ancora oggi a frequentare questo contesto, condividendo esperienze comuni, non solo e non tanto nella nostalgia di un passato che lascia ricordi, ma nella sua consapevole comprensione.

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