URBINO – L’Università degli Studi di Urbino ha conferito la laurea magistrale ad honorem in Scienze dello sport a Gianmarco Tamberi, altista italiano, campione olimpico ai giochi di Tokyo 2020, campione del mondo ai mondiali di Budapest 2023 e campione europeo 2024. Le motivazioni del riconoscimento nel testo letto dal professor Marco Rocchi, direttore del dipartimento di Scienze Biomolecolari: Tamberi è «testimone autorevole e credibile per le giovani generazioni, uno degli atleti più amati e in grado di svolgere una funzione di esempio, per le sue qualità di tenacia mostrate in occasione dei gravi infortuni che avrebbero potuto compromettere una carriera eccezionale. Gianmarco Tamberi – ha proseguito il direttore di Dipartimento di fronte ad un’aula con oltre 600 presenti – incarna con il suo esempio l’idea di come lo sport contenga valori formativi di grande rilevanza, come il rispetto degli avversari, la disciplina, la costanza, l’impegno e lo spirito di sacrificio. Egli si dimostra consapevole che, pur praticando uno sport individuale, i risultati si ottengono non solo con le abilità personali, ma in virtù di un lavoro di squadra, con l’ausilio di un team di professionisti del settore, in grado di applicare innovativi princìpi scientifici nelle metodologie di allenamento, oggetto di studio del mondo accademico delle scienze motorie e sportive».
Il rettore dell’Università di Urbino, Giorgio Calcagnini, ha quindi consegnato all’atleta la pergamena di laurea, proclamandolo neo dottore. A questo punto Tamberi, ospite in questi giorni della trasmissione Belve, condotta su Rai 2 da Francesca Fagnani, ha tenuto la sua lectio magistralis su La forza delle scelte. Il suo è stato un discorso motivazionale agli studenti e alle studentesse. «È un giorno che rimarrà unico nella storia della mia vita. Inizialmente ho provato una leggera incertezza di fronte alla prospettiva di un riconoscimento così importante, non volevo sembrasse un modo facile per ottenere ciò che molti di voi hanno conquistato o stanno tentando di conquistare con anni di studi e molti sacrifici. Comprendo bene cosa significhi ottenere qualcosa con il duro lavoro. Avrei potuto parlarvi della rincorsa perfetta per il salto in alto – ha aggiunto – ma penso che lo sport in questi anni mi abbia insegnato molto di più di una semplice rincorsa. Per questo ho voluto trattare un tema che potesse tornare utile in qualsiasi ambito».
Il campione olimpico e neo dottore ha quindi ricordato le sue scelte cruciali, ma non prima di aver elencato i fattori da tenere in considerazione: la parte «razionale e oggettiva, per scegliere su percorsi logici»; la parte emotiva, «che cosa vogliamo inconsciamente»; la «disponibilità ad uscire dalla comfort zone». Quarto fattore, «il coraggio di scegliere e di perseverare senza paura di sbagliare». La sua personale retrospettiva è iniziata dal 2009, «quando mi trovai di fronte al bivio se continuare il mio percorso da cestista, sport che amavo, o scegliere la carriera del salto in alto, sport per il quale probabilmente ero nato. Se avessi scelto con la parte emotiva non sarei qui oggi…». Altra scelta cruciale, questa volta emotiva, nel 2016, «dopo il bruttissimo infortunio che mi ha impedito di scendere in pedana a Rio, con i dottori che mi dicevano che non sarei tornato a saltare. In quel letto di ospedale – ha ricordato Tamberi – mi feci scrivere da mia moglie, allora la mia fidanzata, ‘route Tokyo 2020’. Non volevo nient’altro e ho continuato a crederci ed è stato l’unico modo per riuscirci». Sei anni dopo la terza scelta: «Uscire dalla comfort zone, forse la più difficile, dopo 13 anni che mio padre mi allenava. Ho scelto di mettermi in gioco e cambiare allenatore». La quarta e ultima scelta, quella «di scendere in pedana a Parigi, quando poche ore prima ero piegato dal dolore». L’ultimo passaggio della lectio ha riguardato le prossime olimpiadi di Los Angeles 2028, con un’esortazione: «Lo dico a voi e a me stesso – ha concluso Tamberi prima di concedersi ai selfie – dobbiamo avere il coraggio di scegliere, questo è il primo passo per costruire qualcosa di grande».