Pesaro

I lavoratori stagionali in piazza a Pesaro: «Proposte a 2 euro l’ora e turni infiniti, non ci stiamo»

L'Unione sindacati di base e tanti ragazzi hanno detto "no" allo «sfruttamento e al lavoro grigio. Non possiamo pagare noi questa crisi»

La protesta degli stagionali in piazza del Popolo a Pesaro

PESARO – Tutti i nodi del lavoro stagionale, i precari sono scesi in piazza del Popolo a Pesaro. Proposte di lavoro a 2 euro l’ora e condizioni in peggioramento. Ecco la denuncia di chi non vuole piegare la testa.

«Vogliamo dire basta allo sfruttamento stagionale – dicono i ragazzi aderenti all’Usb, Unione sindacati di base – Con la scusa della pandemia le condizioni di lavoro “offerte” peggiorano, come peggiorano i salari ancor più da fame con cifre che sfiorano spesso i due euro l’ora. I lavoratori stagionali dicono no, declinano offerte di lavoro criminali ed alzano la testa: questo è un fatto. Con la scusa di una ripartenza della stagione in ritardo i padroni piagnoni di turismo e ristorazione stanno cercando di far pagare questa crisi ai lavoratori, tagliando su salari ed organico. I ritmi di lavoro ed i salari, già inaccettabili prima, ora sfiorano infatti lo schiavismo vero e proprio».

I sindacati parlano di «Uno schiavismo fatto di turni 7/7 senza giorno libero, 12h di lavoro giornaliero, lavoro nero e grigio. Con la scusa del reddito di cittadinanza e dei bonus come disincentivo al lavoro i padroni e le tante testate giornalistiche che gli danno spazio ci attaccano etichettandoci come fannulloni. La piazza dimostra sia per partecipazione che per solidarietà da parte di chi ci ascoltava, che il re è nudo. Tutti sanno cosa si cela dietro le scintillanti località turistiche: lo sfruttamento strutturale e normalizzato in questo importante settore non può più essere accettato dai lavoratori stagionali. Organizziamoci, denunciamo lo sfruttamento, mobilitiamoci, inchiodiamo chi amministra il nostro paese di fronte alle proprie responsabilità. Per sconfiggere lo schiavismo ed ottenere migliori condizioni di lavoro, migliori paghe, diritti, tutele».