FANO – «La Regione sia pronta a difendere la sede fanese della Saipem». A pronunciarsi in merito ai paventati venti di chiusura che coinvolgerebbero la sede locale della società operante nei servizi per il settore dell’energia e delle infrastrutture, è la Consigliera regionale Micaela Vitri.
Ad ufficializzare lo stato claudicante del gigante era stata la stampa specializzata a fine gennaio in cui si certificavano perdite per oltre il 30% del capitale sociale, provocando una forte caduta del titolo, quotato in borsa, ed accendendo i riflettori sulla crisi finanziaria in cui l’azienda si troverebbe da alcuni mesi. Vale la pena ricordare che Saipem è un asset strategico che ha sempre svolto un ruolo da protagonista nel territorio locale e che attualmente dà lavoro a circa 700 dipendenti. Un volano economico imprescindibile per la zona industriale di Bellocchi.
«Ho presentato una interrogazione urgente su Saipem – dichiara la Consigliera regionale Vitri – rispetto alla quale l’Assessore Aguzzi, pur ricostruendo il quadro, non ha dato nessuna rassicurazione sull’impegno della Regione. Anche se al momento la grave crisi finanziaria, che sta interessando Saipem a causa del crollo del titolo in borsa, non ha coinvolto la sede di Fano occorre essere pronti per difendere e tutelare i dipendenti interni e l’occupazione di tutto l’indotto, perché questa situazione potrebbe avere sviluppi gravi per l’Italia e per la città di Fano se le vicende aziendali dovessero avere ripercussioni occupazionali».
«Ho chiesto l’urgenza per la trattazione della vicenda perché il 15 marzo la Direzione Saipem presenterà il bilancio ed è necessario, per tutelare i dipendenti, avere la garanzia che possa essere ricostituito il capitale sociale perso, ovvero i due miliardi di euro a cui dovrebbero far fronte i soci Eni e Cassa Depositi e Prestiti e altri 2 miliardi di euro che dovrebbero provenire dalle banche Intesa Sanpaolo e Unicredit. Inoltre perché siamo in una fase drammatica per ciò che riguarda il conflitto in Ucraina sia per il disastro umanitario che per il ricatto energetico. Saipem è la principale azienda in Italia e una multinazionale, una piattaforma tecnologica e di ingegneria avanzata per la progettazione, capace di trovare alternative alla fornitura del gas russo su cui la nostra Regione dovrebbe investire e credere. Questo – continua Vitri – doveva garantire l’Assessore».
«Ricordo – prosegue la Vitri – che la sede fanese aperta nel 1970 come Snam Progetti, diventata Saipem nel 2008, è da sempre una realtà radicata nella città e attualmente occupa circa 700 dipendenti, quasi tutti ingegneri e tecnici di alto profilo. Saipem con il personale interno e l’indotto rappresenta un volano di occupazione strategico visto che nel tempo ha generato una serie di gemmazioni come Renco, Enereco, Techfem solo per citare le maggiori che operano nel territorio fanese e provinciale con centinaia di dipendenti».
«Inoltre – precisa la Vitri – dal destino di Saipem dipendono anche le lavoratrici della mensa già provate dalla cassa integrazione a causa dello smart working causa Covid. Ho spiegato alla Giunta Acquaroli che – dice la Vitri -in situazioni gravi e complesse, come quella di Saipem che coinvolge la sede di Fano, le istituzioni hanno il dovere di stare unite e collaborare, superando le divisioni politiche, per difendere il patrimonio di competenze e occupazione evitando la spoliazione e l’impoverimento del territorio, visto anche che la Regione ha competenze specifiche in materia di attività produttive e che, in quanto tali, rappresentano un macrosettore nell’ambito del riparto di competenze così come delineato nell’art. 117 della Costituzione».