Pesaro

Lega Marche: «Pd ambientalista? L’impianto sciistico del Catria un danno ambientale senza precedenti»

Marchetti, Carloni e Doglioni attaccano: «Sono stati spesi soldi pubblici regionali per portare avanti un progetto privo di valore strategico per il turismo»

Le cabinovie del monte Catria

CAGLI – L’impianto sciistico e la cabinovia del Catria al centro del dibattito politico. A sollevare la polemica è la Lega con Riccardo Augusto Marchetti, segretario della Lega Marche assieme al segretario provinciale di Pesaro-Urbino Ludovico Doglioni e al consigliere regionale Mirco Carloni. Che annuncia, inoltre, di aver protocollato una interrogazione in consiglio per chiedere spiegazioni.

«Il Pd regionale si dimostra ambientalista a fasi alterne. Sul Catria è stato prodotto un danno ambientale senza precedenti per realizzare un impianto sciistico, consentendo il disboscamento di un luogo meraviglioso. Sono stati spesi soldi pubblici regionali per portare avanti un progetto privo di valore strategico per il turismo e l’economia del territorio. Non è con queste cattedrali nel deserto che può rinascere il nostro entroterra».

«Il PD continua a dimostrarsi un partito dal doppio volto e a proclamarsi ambientalista, ma nelle scelte concrete tradisce i suoi ideali e consente, finanziando con risorse pubbliche, progetti che creano danni ambientali in uno dei luoghi più belli e suggestivi della provincia di Pesaro-Urbino. Al termine dei lavori previsti non vi sarà alcun impatto per l’economia del territorio, ma solo la certezza del danno ambientale e del paesaggio deturpato. Condividiamo pienamente l’indignazione e la denuncia promossa dalle associazioni ambientaliste che in questi giorni hanno formalizzato le loro obiezioni presentando un esposto su questa questione. Inoltre, oltre al danno ambientale, vi è persino la beffa, visto che il progetto è quasi totalmente finanziato con soldi pubblici dalla Regione Marche e prevede una spesa di oltre 3.500.000 di euro per permettere l’allargamento delle piste, la costruzione di due seggiovie, di uno skilift, di un impianto di innevamento artificiale e uno di illuminazione delle piste. Per ridiscutere l’utilità e gli effetti di questo progetto non è bastato neppure lo scandalo, scoperto dai Carabinieri della Forestale nel novembre del 2018, che ha rivelato una vasta area disboscata, nuove strade aperte tra la vegetazione e sbancamenti di terreno e rocce, il tutto avvenuto senza alcuna autorizzazione».

I leghisti attaccano: «Questo progetto, oltre al danno ambientale, testimonia la totale assenza da parte di questa giunta regionale targata Pd di una strategia a lungo termine per la valorizzazione dell’Appennino marchigiano che non solo rappresenta un patrimonio naturale, ma anche una leva per l’economia attraverso progetti che mirino alla promozione di un turismo diffuso, distribuito lungo tutto il corso dell’anno e alla riqualificazione delle strutture già esistenti. Valorizzare l’entroterra – concludono gli esponenti della Lega – non significa investire in “cattedrali nel deserto”, ma in progetti strategici che valorizzino la bellezza della tradizione e della vita quotidiana in montagna, che consentano il recupero dei borghi antichi e permettano di ricostruire un rapporto con la natura, con la tradizione e con la bellezza. Riflettendoci con maggiore attenzione sarebbe stato più strategico implementare gli impianti già esistenti a Monte Nerone dove è più radicata la presenza di alberghi e ristoranti, piuttosto che investire in una pista da sci dove sono sono carenti quelle strutture ricettive in grado di raccogliere il valore aggiunto di un impianto che, così com’è, rischia di non produrre alcun risultato per l’economia del territorio».