PESARO – Ospedali dell’entroterra da riaprire. È qui che insiste la Lega della Provincia di Pesaro Urbino. Lo fa con il segretario Lodovico Doglioni: «La nostra provincia è la più colpita dal flagello del coronavirus, con 273 decessi ovvero il 60% di tutta la regione (Dati Gores del 30 marzo) e con il 44% dei positivi. Ma purtroppo continua ad essere abbandonata a se stessa. Il nostro sistema sanitario è al collasso, abbiamo chiesto a viva voce una serie di misure urgentissime come la riapertura degli ospedali dell’entroterra, Sassocorvaro, Cagli, Pergola, abbiamo sollecitato la realizzazione di un ospedale da campo ad Urbino per organizzare al meglio il doppio percorso Covid e salvare la struttura ospedaliera esistente per dare quel supporto indispensabile di sicurezza sanitaria a tutto l’entroterra».
Richieste che vanno avanti pensando ai “tamponi da effettuare alla maggior parte della popolazione e invece nulla – continua Doglioni – Siamo felici nel sapere che la Marina Militare realizzerà un ospedale da campo a Jesi, che i Cinesi rinforzeranno l’ospedale regionale di Ancona anche loro con un ospedale da campo, che gli uomini di Bertolaso costruiranno 100 posti di terapia intensiva nella Fiera di Civitanova Marche, che la Regione ha finalmente deciso di effettuare una campagna massiccia di tamponi al sud di Ancona.
Ma Pesaro? Di queste bellissime iniziative neppure l’ombra, seppure il Governatore delle Marche sia di Pesaro, e il suo sindaco sia nel board della segreteria nazionale del Pd. Non vorrei che la battaglia politica fra i due per la leadership regionale avesse coinvolto la nostra provincia, che questi signori giochino sulla pelle delle persone, sarebbe omicidio plurimo colposo, un reato gravissimo. Fatto sta che la nostra provincia, oltre a essere la provincia più colpita della regione è tra le prime provincie in Italia per numero di contagi, ed ultima per guariti, solo 16, come la Val d’Aosta, che però ha un decimo dei contagi. Dicono che è perché da noi non si fa il secondo tampone dopo la guarigione, se fosse vero sarebbe oltremodo scandaloso. Come è scandaloso che i modelli matematici di fine contagio, pubblicati dai principali quotidiani di oggi, non riescono a prevedere l’azzeramento dei casi nelle regioni Marche, Molise, Campania e Sardegna per il basso numero di test eseguiti sulla popolazione, nelle Marche appena un decimo del Veneto.
Vogliamo vedere un segnale forte dalla regione, aiuti concreti sul territorio, cosa aspettano?».