PESARO – Liste d’attesa, i consigli di Federconsumatori.
«Sono troppi i cittadini che rivolgendosi al CUP (Centro Unico Prenotazioni) del sistema sanitario regionale per effettuare la prenotazione di una prestazione (accertamento diagnostico strumentale o visita specialistica) si sentono rispondere che la stessa non si può effettuare prima di un tempo oggettivamente lungo o, peggio ancora, che le attività di prenotazione è sospesa. L’accesso alle prestazioni sanitarie rappresenta una delle problematiche più rilevanti per la sanità pubblica. Sono ormai tanti i cittadini che lamentano ritardi nell’accesso a visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri oltre i tempi previsti dal Piano di Governo delle liste d’Attesa.
I tempi di accesso alle prestazioni costringono molti cittadini a costose visite private a pagamento con pesanti ricadute sul piano dell’equità e dell’universalità nell’accesso alle cure e sulla tenuta dei bilanci di lavoratori e pensionati a basso reddito».
L’associazione dei consumatori fa sapere: «Chi può permetterselo ricorre alle prestazioni professionali in regime di libera professione intramuraria (“intramoenia”) o si rivolge direttamente a strutture private sopportando i costi della prestazione, altri sono invece costretti a compiere enormi sacrifici o peggio ancora a rinunciare del tutto alle cure. Le liste di attesa restano una delle criticità più gravi di una sanità pubblica in sofferenza che alimenta disagi e sfiducia fra i cittadini e drena risorse verso il privato. Federconsumatori vuole ricordare che la Legge va incontro al cittadino nel caso di mancata osservanza dei tempi massimi che le aziende sanitarie sono tenute a rispettare o addirittura di impossibilità di prenotazione.
La disciplina che indica come poter esercitare il proprio diritto è offerta dal D. Lgs. 29 aprile 1998, n. 124. Cosa succede, quindi, se l’utente – assistito si sente rispondere dal CUP che è disponibile, per effettuare la prestazione, una data successiva a quella di cui avrebbe diritto o addirittura che le prenotazioni sono sospese?
Ebbene, qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il termine fissato l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero professionale intramuraria richiedendo il rimborso delle spese sostenute. La richiesta di ricevere la prestazione in intramoenia deve essere presentata al Direttore Generale dell’Azienda di riferimento.
Federconsumatori, attraverso la rete di sportelli provinciali, è disponibile al fine di assicurare consulenza ed assistenza ai cittadini per la formulazione dell’istanza che oltre ad una serie di necessarie informazioni deve contenere la richiesta di usufruire, nel caso di impossibilità di rispettare i tempi di attesa, dell’attività libero professionale in regime di intramoenia. Nella richiesta indirizzata al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Territoriale (AST) il cittadino deve comunicare che provvederà a richiedere ed effettuare la prestazione in regime di attività libero professionale e successivamente richiederà il rimborso delle spese sostenute al netto del costo del ticket, se dovuto. La differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione ovvero il ticket sempre se dovuto e l’effettivo costo della prestazione effettuata in regime di libera professione intramuraria è posta a carico dell’azienda sanitaria di appartenenza e dell’azienda sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, sulla scorta delle tariffe vigenti».