Pesaro

Liste d’attesa, Vitri: «Per un ecodoppler 238 giorni, ritardi e costi fuori controllo»

Nuova interrogazione della consigliera Pd: «C'è chi rinuncia alle cure e chi va fuori. Questo costa 107 milioni all'anno»

PESARO – Liste d’attesa, situazione definita «completamente fuori controllo» dalla Consigliera regionale Micaela Vitri.

L’attacco è frontale: «La politica regionale deve rendersi conto dell’allarme rappresentato dalla rinuncia alla cura da parte di cittadine e cittadini marchigiani, a causa della inaccessibilità alle prestazioni. Ho presentato l’ennesima interrogazione in Consiglio regionale – spiega Vitri – sottoscritta anche da Andrea Biancani, perché occorre invertire la rotta rispetto a una sanità sempre più privata, diventata un lusso per pochi. Le Marche hanno usato nel 2022 solo il 36% dei fondi per recuperare le prestazioni saltate durante il periodo Covid: ciò significa che non sono state utilizzate nemmeno tutte le risorse a disposizione. Non è possibile che i cittadini, nonostante ci siano i fondi per il servizio pubblico, debbano ricorrere al privato».

La consigliera continua: «Ho quindi chiesto alla Giunta quali provvedimenti immediati intenda attivare per migliorare la situazione delle liste d’attesa al fine di garantire il diritto di cura e l’accesso alle prestazioni sanitarie pubbliche dei cittadini e delle cittadine marchigiane e quante nuove risorse economiche, umane e tecnologiche, intende mettere a disposizione anche per ridurre le mobilità passiva. Grazie anche alla mia ennesima interrogazione l’Assessore alla Sanità ha annunciato che per il recupero delle liste d’attesa verranno messi a disposizione 9 milioni di euro, che però temo siano del tutto insufficienti. Ma anche in questo caso mancano le risposte: i 9 milioni di euro che strada prenderanno, verso il servizio privato o quello pubblico? Quali risposte sul personale sanitario, assunzione, riduzione del precariato? Quali azioni regionali e nazionali verranno intraprese sul tema del tetto del personale?».

«Ho ricordato che molti marchigiani per curarsi migrano verso ospedali pubblici e privati di altre regioni (confinanti e non) e costano alle casse della sanità regionale più di cento milioni di euro all’anno: 107.234.692 nel 2021.
Questo è inaccettabile se consideriamo che nella nostra regione nel 2021, secondo gli ultimi dati ISTAT, l’11,3% dei cittadini che avevano bisogno di cure specialistiche o esami ha dichiarato di aver rinunciato per le difficoltà di accesso al servizio pubblico o per problemi economici che impediscono la possibilità di rivolgersi al privato. Oggi alcune prestazioni sfiorano, e di parecchio, i tempi stabiliti dalla normativa. Cito solo ad esempio alcuni tempi di attesa (ex ante – dati di gennaio 2023) per la priorità B (da fare entro 10 giorni) colonscopia totale fino a 165 giorni, test cardiovascolare da sforzo fino a 228 giorni, ecodoppler vasi periferici fino a 238 giorni, Tc addome completo fino a 132 giorni, spirometro globale fino a 110 giorni, visita endocrinologica fino a 133,7 giorni; per la priorità D (30 giorni per la visita/60 per gli esami): mammografia bilaterale fino a 228 giorni, ecografia bilaterale della mammella fino a 90 giorni, Tc bacino e articolazioni fino a 119 giorni, ecografia ginecologica fino a 167 giorni, visita urologica fino a 116 giorni, visita pneumologica fino a 176 giorni. Così non si può».