PESARO – Liste d’attesa, la consigliera regionale Micaela Vitri chiede al governatore Acquaroli di intervenire sulla sanità. «Prenotare una visita medica in passato era quasi una “via crucis”, ma ora in molti casi è diventato impossibile. Ad oggi infatti molti esami diagnostici, indipendentemente dalla prescrizione urgente o meno, non sono prenotabili con il servizio sanitario pubblico. La Giunta regionale guidata da Acquaroli prometteva di risolvere ogni problema, invece ne ha aggiunti degli altri e, non solo non sono stati riaperti i piccoli ospedali, ma ha persino chiuso le postazioni di guardie mediche».
La consigliera snocciola dei casi. «A proposito degli esami diagnostici più richiesti, vale la pena conoscere le criticità dell’unico servizio di radiologia a Pesaro, presente in via Nanterre, che fin dagli anni ‘80 serve tutti i comuni del distretto: Vallefoglia, Gabicce, Gradara, Tavullia e Montelabbate, oltre a Pesaro. Il centro si avvale di 2 ecografi nuovi di ottimo livello, che vengono però utilizzati solo al 50%, mentre l’apparecchio di radiologia tradizionale è quello dismesso dall’ospedale di Urbino, a dire poco obsoleto. Il pensionamento negli ultimi 2 anni di due tecnici di radiologia, hanno lasciato il servizio a un solo tecnico a tempo pieno e un altro per un paio di sedute a settimana. L’attività di radiologia tradizionale risulta così quasi completamente inattiva. Mentre questo potrebbe essere un centro di senologia di primo livello, grazie anche ai medici presenti, una donna che necessita dell’esame mammografico deve invece quasi sempre ricorrere al privato.
Ad oggi il piano sociosanitario presentato dalla Regione Marche non da nessuna risposta alle carenze del nostro sistema: lunghe liste d’attesa, carenza di medici e tecnici, mancanza di adeguati investimenti nella medicina del territorio e incentivi al personale sanitario. Il presidente Acquaroli ha buttato via un anno di tempo, in balìa delle richieste dell’assessore Baldelli per piantare bandierine personali sulla sede del nuovo ospedale a Pesaro, senza mai preoccuparsi delle gravi carenze sanitarie. Le problematiche si sono moltiplicate di giorno in giorno fino a rendere impossibile prenotare una ecodoppler. Il segnale peggiore è che il flusso di mobilità passiva verso le regioni limitrofe, che già nel 2019 costava alle Marche 185 milioni (Emilia Romagna in primis), sta aumentando in modo esponenziale».