PESARO URBINO – Sono quattro i Comuni della provincia di Pesaro in zona arancione rinforzata. Da mercoledì 21 a Tavullia, Montelabbate, Acqualagna, Vallefoglia gli spostamenti sono limitati ai soli casi di salute, studio, lavoro e comprovata necessità anche all’interno del territorio comunale. Non ci sarà alcun intervento di chiusura su attività economiche e scuole.
Il tasso dei positivi per la Regione richiede una ulteriore attenzione e una azione di intervento precoce per tenere sotto controllo la situazione pandemica. In particolare, nei quattro comuni si registra una incidenza superiore all’indice di riferimento superiore a 250 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti e con valore crescente rispetto alla settimana precedente.
A Vallefoglia il sindaco Palmiro Ucchielli sottolinea: «Prima di tutto è bene dire che non siamo “zona rossa”. Siamo una realtà industriale in cui transitano 50 mila persone, l’attenzione è massima. Continuo a fare appelli, ma il nostro è un territorio in cui arrivano da Pesaro, da Urbino e dalla Romagna. Ci sono 175 persone in quarantena di cui 94 positivi». Ucchielli sottolinea che «prima si ragionava con una idea regionale, poi provinciale ora microzone. C’è un po’ di confusione. Da tempo abbiamo chiesto un punto vaccinale in un territorio ampio come il nostro, la Regione ci ascolti».
Il sindaco di Acqualagna Luca Lisi spiega che «nella settimana sono stati refertati 13 nuovi soggetti positivi e ciò ha comportato un indice pari a 302 casi ogni 100.000 abitanti. In tale contesto ho sottolineato che i contagi registrati sono avvenuti nella maggior parte dei casi a livello famigliare e quindi non si può parlare di un rischio per i cittadini di Acqualagna: ho ribadito insieme agli altri sindaci le forti perplessità su questo tipo intervento. Ho chiesto fortemente alla Regione di intervenire presso le autorità nazionali perché questi parametri sono assurdi per i piccoli comuni. Questo, comunque, deve farci riflettere e deve spingerci a essere più attenti nei nostri comportamenti. Il virus circola ancora e non lo dobbiamo sottovalutare».
«Posso dire che sono molto amareggiata perché credo sia stato applicato un trattamento di disparità tra i comuni – commenta il sindaco di Montelabbate Cinzia Ferri – In passato ci sono state amministrazioni con numeri ben più alti a cui non sono state applicate le stesse misure. Misure peraltro che sono di fatto inapplicabili: un lockdown è difficile da far rispettare a livello regionale e provinciale, figuriamoci a livello locale in comune di 6mila abitanti».
A rendere più che perplessi l’amministrazione locale è la scarsissima conoscenza del territorio dove viene applicata la misura: «Quello che più mi infastidisce è che hanno applicato queste manovre senza conoscere minimamente la conformità del territorio. Montelabbate ha un grosso polo industriale che rende difficile se non impossibile fare dei controlli effettivi sulle persone in transito. Poi, non avendo centri commerciali gli abitanti devono per forza uscire dal comune; discorso analogo per gli studenti: non essendoci scuole superiori devono recarsi altrove. In 4 o 5 giorni non capisco come possa cambiare la situazione della curva pandemica». E conclude: «Mi fa sorridere pensare che, da 4 comuni oggettivamente piccoli, dipendano le sorti della regione in termini di passaggio dall’arancione al giallo. A rendere poi ancora più amara la situazione è stata la mancanza totale di confronto con l’ente regionale».
«È una scelta che ci ha colto di sorpresa – riferisce il sindaco di Tavullia Francesca Paolucci -: si tratta di un provvedimento mai avvenuto nella nostra regione prima di oggi. Non l’abbiamo accolta favorevolmente in quanto non si tratta di uno dei nostri peggiori momenti in termini pandemici…anzi, la situazione sta andando abbastanza bene. Siamo consapevoli che nella finestra temporale presa in considerazione dalla Regione il nostro comune superi i parametri ma fino ad oggi era stati mai presi provvedimenti del genere. Tavullia, come ho già avuto di riferire anche la Prefetto, non ha supermercati, non ha scuole superiori e si rivolge per motivi di studio e lavoro sempre altrove. Restrizioni del genere, in un comune piccolo come il nostro, non credo porti vantaggi su scala regionale ma al contrario ha un contraccolpo psicologico grave. Ci tengo a precisare che al momento non ci sono cluster e che il leggero rialzo dei numeri èabbastanza causale. Dispiace anche per la modalità: non siamo stati per nulla interpellati e la decisione di fatto è stata presa lo scorso venerdì e ci è stata comunicata ieri (ndr: 19 aprile). Detto questo ci adopereremo, per quanto possibile, per far rispettare le norme in questione».