ANCONA – «Da oggi le cosiddette “malattie invisibili”, ovvero quelle patologie croniche e invalidanti che colpiscono ogni anno moltissime donne, non sono più tali». Lo afferma in una nota il Pd che parla di «merito del gruppo assembleare del Partito Democratico, che con una mozione a prima firma della consigliera Manuela Bora, trasformata in risoluzione e approvata all’unanimità da tutta l’assise, impegna la giunta regionale a riconoscere e includere la fibromialgia, la sensibilità chimica multipla, la vulvodinia e la neuropatia del pudendo nei Livelli essenziali di assistenza da parte del Servizio sanitario pubblico».
Il documento corona un lungo lavoro portato avanti in questa legislatura dal Partito Democratico e, in particolare, dalle consigliere Manuela Bora, Anna Casini e Micaela Vitri a favore della salute delle donne. Da ricordare, in questo senso, gli atti e gli interventi pubblici, anche in ambito nazionale, della capogruppo Casini sul tema dell’endometriosi e della consigliera Vitri sulla fibromialgia. La stessa risoluzione approvata oggi, muove da una mozione presentata dalla consigliera Bora addirittura il 1° aprile del 2022.
Tra gli impegni previsti figurano anche l’accrescimento delle competenze delle figure sanitarie idonee a garantire un’adeguata assistenza, l’individuazione di presidi sanitari pubblici dedicati alla diagnosi e alla cura attraverso la definizione di apposite linee guida volte a predisporre specifici protocolli terepeutici e riabilitativi, la promozione di periodiche campagne di informazione e sensibilizzazione al fine di diffondere una maggiore conoscenza dei sintomi, specie nelle scuole, a partire dagli istituti secondari di primo grado.
«Le priorità – affermano i dem – sono agire sulla prevenzione e intervenire in ambito sanitario per consentire l’accesso gratuito alle cure. In Italia le donne che soffrono di queste malattie sono ancora troppe, senza alcuna tutela da parte del Sistema sanitario, sempre più carente se non addirittura assente».
«In sanità – afferma la consigliera Bora – l’invisibilità è la peggiore delle cose. Perché quando un malato si sente invisibile, e quindi non sostenuto, finisce inevitabilmente per arrendersi. E se è proprio chi versa in condizioni di maggiore vulnerabilità economica a vedersi preclusa ogni possibilità di cura, significa che lo Stato, che dovrebbe proteggere proprio i più fragili, ha già perso».
«Per questo – aggiunge la capogruppo Anna Casini – chiediamo alla giunta regionale di attivarsi in tutte le sedi competenti per far si che queste patologie vengano inserite nei Lea, impegnandosi nel conseguente stanziamento di risorse aggiuntive per raggiungere gli obiettivi iscritti nella risoluzione».