PESARO – Piano triennale della cultura, meno risorse e programmazione in ritardo. É l’allarme lanciato dal consigliere regionale Andrea Biancani: «Dopo mesi di lavoro sul Piano triennale della cultura abbiamo votato contro il piano annuale, di cui sono relatore. L’abbiamo fatto per lo stesso motivo per cui votammo contro al piano triennale: mancano le risorse.
Negli anni precedenti i piani annuali prevedevano almeno 6-6,5 milioni di euro per tutto il settore. Quest’anno, la Regione ha proposto, inizialmente, un piano da poco più di un milione, integrandolo solo pochi giorni fa con altri due milioni. Se la matematica non mi inganna mancano altri 3 milioni, e il taglio si nota se si osserva la differenza tra le azioni finanziate e quanto, invece, previsto nel piano triennale.
Sebbene meritoriamente siano state garantite le risorse al sistema bibliotecario, al progetto Marchestorie per valorizzare i borghi, e ai circuiti cinematografici, oltre che ai grandi festival del settore come la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, per cui sono previsti 75 mila euro, l’elenco dei settori al momento senza risorse certe è molto più lungo e preoccupante».
Biancani incalza: «Non ci sono soldi, né linee d’azione chiare, per il settore museale; per lo spettacolo dal vivo, i festival, le grandi mostre – di cui su 14 individuate, al momento, solo 4 sono finanziate -, il teatro, in particolare quello amatoriale, l’arte contemporanea, la fotografia, il cinema all’aperto, le istituzioni culturali e tanti altri settori.
Ad aggravare il tutto c’è il fatto che questo piano è arrivato a giugno, a metà dell’anno, a stagione avviata, e che, con così poche risorse sicure, lascia più dubbi che certezze ai Comuni, agli Enti e a tutti i soggetti che organizzano attività culturali, che dopo mesi di inattività vedono nell’estate l’occasione per ripartire, ma ancora non sanno quando usciranno i bandi.
La cultura è uno dei settori chiave per il rilancio delle Marche dopo il covid, non solo per la quantità di attività che animano questo settore, ma anche per tutto l’indotto che genera, in primis per il turismo. Mi auguro che la Regione inverta la rotta».