FANO – Nelle prime ore del 1° febbraio, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Pesaro e Urbino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Pesaro su richiesta della locale Procura, nei confronti di 4 indagati, residenti nelle province di Benevento, Milano, Perugia e Ancona, gravemente indiziati di condotte di detenzione, cessione e vendita di cospicue partite di cocaina destinate alla capillare immissione sul territorio delle province di Pesaro e Urbino, Ancona, Rimini e Perugia.
Contestualmente sono state eseguite le perquisizioni locali e domiciliari a carico delle stesse persone destinatarie del provvedimento e di altre indagate in stato di libertà nel medesimo procedimento. L’indagine, avviata nella primavera del 2022, ha consentito di documentare l’elevata operatività, sul territorio di Marotta di Mondolfo di un gruppo di soggetti, in gran parte pregiudicati, in grado di immettere sulle locali piazze di spaccio grandi quantità di cocaina, nonché di destinarne cospicue partite al mercato illecito delle province di Ancona, Perugia e Rimini.
L’attività investigativa ha dimostrato in maniera chiara e puntuale ruoli e modalità operative di ogni singolo indagato, facendo emergere, inoltre, che lo stupefacente veniva stoccato e tenuto in deposito, in grandi quantità, all’interno di un agriturismo in provincia di Perugia, nella disponibilità di alcuni dei soggetti indagati; di qui, dopo essere stato opportunamente frazionato in quantitativi variabili (si parla di quantità comprese tra i 100 e i 500 grammi), veniva trasportato, con autovetture non riconducibili a nessuno degli interessati, presso un ristorante annesso a un campeggio estivo di Marotta, anche questo opportunamente gestito debitamente da due degli indagati. Presso quest’ultimo luogo aveva infine luogo lo smistamento della droga in favore degli acquirenti finali, i quali, a loro volta, provvedevano a tagliarla e suddividerla in singole dosi destinate alla cessione al dettaglio. Per comprendere la reale entità del fenomeno, bisogna precisare che nessuno degli indagati (ad eccezione di alcuni soggetti a cui sono contestate condotte meramente strumentali) è portatore di un reale interesse alla stabile permanenza sul territorio di Marotta, atteso che costoro sono anagraficamente.
Con riferimento specifico all’area di Marotta e di Mondolfo, le indagini hanno dimostrato che le attività di spaccio di cocaina al dettaglio erano appannaggio di due degli odierni arrestati, i quali si avvalevano di altri soggetti a cui era affidato il compito di provvedere alla vendita della droga agli occasionali clienti. Grazie ai numerosissimi servizi di osservazione eseguiti dagli investigatori, si è accertato che la droga veniva abilmente nascosta in anfratti esistenti presso vari condomini, non riconducibili agli interessati, come ad esempio all’interno dei tubi degli impianti di condizionamento o dentro le canne fumarie, pronta per essere prelevata e ceduta a terzi.
Addirittura si è scoperto che gli indagati per occultare le dosi di cocaina utilizzavano delle scatolette metalliche artigianali, delle dimensioni di un pacchetto di sigarette, a cui erano applicati dei magneti, così da poter essere attaccate sotto le autovetture in sosta, dentro le porte scorrevoli degli ascensori, finanche ai pali metallici dell’illuminazione pubblica. Manufatti come questi venivano occultati in vari punti del centro urbano, per consentire allo spacciatore di avere l’immediata e diretta disponibilità dello stupefacente per soddisfare le richieste dei numerosissimi clienti provenienti da ogni parte della provincia, specialmente nel periodo estivo.