Pesaro

Monastero di Fonte Avellana, il nuovo centro di interpretazione è realtà. Ed è intitolato alle vittime della Lanterna Azzurra

Taglio del nastro per il prezioso “contenitore” del patrimonio culturale dei Monaci Camaldolesi di Fonte Avellana. Il Centro è stato realizzato da Svem, società di sviluppo della Regione Marche

Il Monastero di Fonte Avellana
Il Monastero di Fonte Avellana

SERRA SANT’ABBONDIO – Storia e saperi dei Camaldolesi in un unico spazio dedicato a conservare e divulgare il patrimonio culturale dei monaci di Fonte Avellana. E proprio il celebre monastero situato tra i boschi di Serra Sant’Abbondio ha ospitato l’inaugurazione del nuovo Centro di Interpretazione, un “aggregatore” di tradizioni e vocazione spirituale del territorio realizzato da Svem, la società di sviluppo della Regione Marche, grazie alle risorse del progetto europeo “Take it slow”. Una storia millenaria che sarà raccontata ai visitatori attraverso pannelli descrittivi e supporti multimediali. Un’esperienza immersiva ed emozionale.

«Cercavamo l’Europa chissà dove ed era già qui accanto a noi – riferisce l’assessore regionale a infrastrutture e politiche per la montagna, Francesco Baldelli -. A me piace definire turismo esperienziale questa preziosa opportunità, che ciascuno di noi può vivere con i suoi tempi in questi posti meravigliosi. Luoghi in cui avellaniti e camaldolesi ci hanno insegnato il concetto di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Ci è stata donata questa infinita bellezza ed è doveroso fare in modo che ognuno possa goderne. Stiamo cercando finalmente di unire i campanili di questa regione, accantonando definitivamente i campanilismi. La regione punta molto su questi progetti, che sono un elemento di unione di questa Europa del popoli».

Il Centro, intitolato alla memoria di Asia Nasoni, Daniele Pongetti, Benedetta Vitali, Mattia Orlandi, Emma Fabini e alla giovane mamma Eleonora Girolimini, le vittime della Lanterna Azzurra di Corinaldo, ha l’obiettivo di accompagnare i visitatori alla scoperta del ruolo del monachesimo nelle Marche. «Siamo orgogliosi di questo nuovo centro culturale di Fonte Avellana – riferisce Monica Mancini Cilla, consigliere Svem -. L’obiettivo è quello di promuovere il turismo nelle aree interne dell’Adriatico e portare alla luce le bellezze del nostro territorio. Take it Slow è un progetto transfrontaliero di cooperazione fra Italia-Croazia che coinvolge 12 regioni e ben 70 fra partner e organizzazioni culturali. Gli altri numeri del progetto: 8 partner italiani e 5 croati, 120 attori, 6 cluster tematici, 20 think thanks. Svem da sempre aderisce a queste iniziative, che riguardano tutte quelle eccellenze nascoste che meritano di essere conosciute».

La prima sala introduce il visitatore al Monastero e al suo patrimonio architettonico, culturale e naturale, citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Il percorso prosegue con un focus sulla storia degli Ordini Monastici Avellanita e Camaldolese, eredi di una tradizione che dal X secolo si è posta in rapporto creativo con l’ambiente agricolo e forestale del territorio, concludendosi con una trattazione del Codice Forestale Camaldolese, che racchiude oltre 850 anni di conoscenze e consuetudini sulla gestione agricola e forestale sostenibile operata dai Monaci Camaldolesi e Avellaniti. «Le idee, la ricchezza e la forza di un territorio, oggi, sono state rimesse al centro – osserva Gianni Giacomelli, priore di Fonte Avellana -. Le tre stanze allestite raccontano passato, presente e futuro di questi luoghi, che riprendono vita e divengono culla di umanità, pulsando attraverso le persone che li vivono, li animano, li sviluppano e li fanno conoscere. Questo progetto internazionale consente di condividere la bellezza e la profondità del contesto da cui trae ossigeno Fonte Avellana».

Secondo Ludovico Caverni, sindaco di Serra Sant’Abbondio, si tratta di «una bella responsabilità rappresentare tutta questa ricchezza materiale, immateriale e spirituale. Ora dobbiamo far conoscere questo tesoro a più persone possibili, veicolando il valore della sostenibilità del quale i monaci camaldolesi sono stati i precursori. A tale proposito, stiamo lavorando alla realizzazione di un museo interattivo dedicato alla civiltà dell’Appennino, che collegheremo attraverso sentieri da percorrere a piedi al Monastero stesso».

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