Pesaro

Monte Catria, in due rinviati a giudizio per i lavori per gli impianti sciistici

Le associazioni ambientaliste: «Danni arrecati all'ambiente e violazione delle prescrizioni nelle autorizzazioni paesaggistiche»

Monte Catria, neve
Immagine di repertorio

FRONTONE – Monte Catria, in due a processo dopo l’esposto delle associazioni Ambientaliste. Le associazioni ambientaliste Italia Nostra Marche, Lupus in Fabula, Club Alpino Italiano Marche, Legambiente Marche, LIPU Marche, GRIG Marche, con il sostegno del professore Fabio Taffetani, dell’architetto Riccardo Picciafuoco, del geologo Andrea Dignani e di numerosi attivisti del territorio, esprimono soddisfazione per l’esito dell’udienza predibattimentale dei giorni scorsi al Tribunale penale di Urbino nell’ambito della battaglia giudiziaria per la tutela del Monte Catria.

L’esposto era scattato per «i danni arrecati all’ambiente e al paesaggio del Monte Catria» per la realizzazione dell’impianto di risalita e delle piste. Le associazioni ottengono l’ammissione come parti civili nella battaglia giudiziaria per il Monte Catria.

A processo finiscono il legale rappresentante della ditta esecutrice dei lavori, e il direttore dei lavori, entrambi imputati per la violazione delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni ambientali e paesaggistiche.

«Nonostante le molteplici eccezioni sollevate dalle difese degli imputati – volte a escludere le associazioni ambientaliste come parti civili, a dichiarare la nullità del capo d’imputazione per incompletezza e a far valere la prescrizione dei reati – il giudice ha accolto integralmente le richieste delle associazioni, ammettendole come parti civili e respingendo tutte le eccezioni difensive».

Le associazioni ambientaliste, rappresentate dall’avvocato Tommaso Rossi del Foro di Ancona, hanno ottenuto il rinvio a dibattimento dei due imputati, con fissazione dell’udienza per il 2 ottobre 2025. Il giudice ha «infatti ritenuto sussistere una ragionevole prognosi di condanna, conforme ai criteri introdotti dalla riforma Cartabia». Nel processo, le associazioni chiedono un risarcimento di 30.000 euro per danni patrimoniali e morali, derivanti dalla lesione del loro impegno a tutela dell’ambiente. Inoltre, il prossimo 5 marzo 2025 il Tribunale di Urbino deciderà sul reclamo delle associazioni ambientaliste contro l’ordinanza di archiviazione del filone principale dell’indagine, che coinvolge numerosi altri indagati per i danni arrecati all’ambiente e al paesaggio del Monte Catria.

Le associazioni confermano «l’impegno per la salvaguardia del Monte Catria, simbolo di biodiversità e patrimonio naturale da preservare, ribadendo che la realizzazione degli impianti sciistici, oltre a essere uno scempio ambientale, è del tutto insensata a fronte dell’assenza cronica di neve e dell’impatto della crisi climatica»