PESARO – Mucillaggini, la consigliera Pd Micaela Vitri lancia un appello alla Regione per chiedere ristori per gli operatori della piccola pesca.
«Di fronte al fenomeno della mucillagine la Giunta Acquaroli non deve alzare bandiera bianca, ma dare una risposta al grido d’allarme dei settori interessati tra cui quello dei pescatori. Ricognizione del fenomeno della mucillagine, stato di calamità, indennizzi per i lavoratori del comparto pesca e turismo balneare, nonché pianificazione di interventi urgenti per gestire il fenomeno: queste sono le richieste che il gruppo del PD ha avanzato in Consiglio regionale con un’interrogazione. Un atto che ho sottoscritto a cui attendiamo ancora risposta – riferisce la consigliera Micaela Vitri – depositato il 15 luglio con prima firmataria la collega Manuela Bora. Va ricordato soprattutto che la Regione deve sempre avere un fondo per le emergenze. Basti pensare alla “Piattaforma 210”, varata coraggiosamente dalla Giunta precedente nel periodo dell’emergenza pandemica, con cui in poche settimane furono messe a disposizione risorse per indennizzi pari a 210 milioni di euro. Le due emergenze non sono paragonabili, ma anche per questo ora dovrebbe essere più semplice e meno dispendioso provvedere ai ristori. Sarebbero anche già pronti i codici Ateco delle attività economiche interessate».
Vitri prosegue: «In questo momento sulle imprese della pesca sono pesanti gli effetti della mucillagine, che pur essendo una semplice fioritura innocua per i bagnanti, ha invece compromesso in molti casi le eliche, reso difficoltosa la pulizia degli elementi meccanici dei pescherecci e danneggiato le reti, quasi completamente ostruite impedendo qualsiasi tipo di pescato. Come ha fatto presente anche il Comune di Pesaro i pescatori si ritrovano a uscire in mare, quindi spendendo per il gasolio, per poi rientrare con le reti e il motore delle imbarcazioni danneggiati. Oltretutto ora siamo nel periodo del fermo pesca nel tratto del mare Adriatico, che già comporta una pesante ricaduta in termini economici sui pescherecci, che dovranno restare in porto per 43 giorni. Solo le piccole imbarcazioni possono pescare rispettando il divieto fino al 31 ottobre, entro le 6 miglia dalla costa. In attesa che si valuti quindi lo stato di calamità, che richiede una procedura più lunga, ora è urgente – conclude Vitri – dare una risposta in tempi rapidi a tutti coloro che quest’estate a causa della mucillagine non hanno potuto lavorare».