PESARO – E’ buio pesto nelle Marche sul fronte demografico. La natalità nella nostra regione, per quanto in linea con i dati nazionali, vive periodi poco felici. Su 225 comuni soltanto 5 mostrano un saldo positivo della popolazione residente nel confronto tra il 2008 e il 2021. Ben due i comuni nel pesarese contro tendenza: si tratta di Colli al Metauro e Montelabbate; gli altri sono Castelbellino (An), Camerata Picena (An) e Ortezzano (Fr). Sempre in provincia di Pesaro Urbino bena anche Vallefoglia dove, come sottolineato dal Sindaco Ucchielli, in un contesto di denatalità, crescono i cittadini.
E’ quanto emerso dall’incontro promosso ad Ancona da Anci Marche e Forum delle Associazioni Familiari Marche, realizzato con il patrocinio del Consiglio Regionale.
Il dato, impietoso, è stato commentato da Filippo Saltamartini, vicepresidente della Giunta regionale e assessore alla Sanità: «Dovremo riflettere sul fatto che le società occidentali liberali non saranno in grado di garantire le proprie libertà e che le famiglie oggi sono meno in grado di finanziare un progetto per i figli come diceva la stessa Ministra Roccella. La politica – ha aggiunto – deve confrontarsi e fare scelte su questi temi sapendo che i lavoratori italiani percepiscono un reddito inferiori ai colleghi europei, francesi e tedeschi».
Dicevamo un trend che purtroppo rispecchia a pieno l’andamento nazionale: il 2022 sarà il primo anno sotto la quota 400mila dei nuovi nati nella storia del nostro Paese. L’età media della nascita del primogenito, sempre in linea con i data nazionali, è passata da 30 anni nel 2008 a 31,4 dell’anno scorso. E’ calata sensibilmente anche la fecondità delle famiglie straniere: dai 2,5 figli a famiglia nel 2008, si è scesi a 1,87 nel 2021.
L’inverno demografico del nostro paese era già stato certificato dal report dell’Istat uscito a dicembre 2021: «Nel 2022, secondo i dati provvisori di gennaio-settembre le nascite sono state circa 6 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Il numero medio di figli per donna, per il complesso delle residenti, risale lievemente a 1,25 rispetto al 2020 (1,24). Negli anni 2008-2010 era a 1,44. Dal 2008 -ricorda l’Istat, – le nascite sono diminuite di 176.410 unità (-30,6%). Questa diminuzione è attribuibile per la quasi totalità alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (314.371 nel 2021, quasi 166 mila in meno rispetto al 2008). A diminuire sono soprattutto le nascite all’interno del matrimonio, pari a 240.428, quasi 20 mila in meno rispetto al 2020 e 223 mila in meno nel confronto con il 2008 (-48,2%) Ciò è dovuto innanzitutto al forte calo dei matrimoni, che si è protratto fino al 2014 (con 189.765 eventi a fronte dei 246.613 del 2008) per poi proseguire con un andamento altalenante. A ciò va aggiunto che nel 2020 la pandemia ha indotto molte persone a rinviare o a rinunciare alle nozze al punto da sì che il numero dei matrimoni si sia pressoché dimezzato (-47,4%)».
E c’è chi come Claudio Giorlandino, presidente della Società di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale, già il mese scorso sulla questione chiedeva misure forti al governo come il ‘reddito di genitorialità’: «Le stime ISTAT documentano come, quest’anno, siamo al nadir delle nascite da genitori italiani, e come questo nadir, di anno in anno, diviene sempre più basso. Pensate che 10 anni fa nascevano circa 600.000 italiani, quest’anno risultano solo 294.000 nati di nazionalità italiana e le proiezioni future sono spaventose. Gli italiani sono in via di estinzione. Secondo le proiezioni nel 2025 saranno meno di 250.000. Ma anche i nati da genitori stranieri non crescono più. Questi numeri di nuovi nati impauriscono ancora di più quando messi a confronto con i decessi. Quindi, consideriamo che già oggi, nel 2022, stiamo perdendo oltre 500.000 connazionali all’anno».