Pesaro

Pesaro, i numeri dell’emergenza: 2752 positivi al Covid, 296 decessi, 15 mila in quarantena

L'azienda ospedaliera Marche Nord e l'area vasta hanno spiegato come hanno affrontato la pandemia. Capalbo: «Determinazione contro un virus che ci ha travolto»

La conferenza stampa di Marche Nord

PESARO – I numeri dell’emergenza coronavirus. In provincia di Pesaro Urbino secondo l’azienda ospedaliera Marche Nord ci sono stati 2752 positivi, il 40% della regione Marche. 296 i decessi con un’età media di 82 anni. Sono 22.777 i tamponi effettuati nel laboratorio Aormn.

Una terapia intensiva sotto stress che aveva 13 posti letto e ne ha attivati 46.

Il picco è stato raggiunto il 18 marzo scorso, quando si sono registrati ben 100 nuovi casi positivi in un solo giorno. L’incidenza provinciale si è mantenuta elevata fino alla metà del mese di aprile (incidenza pari a circa 20 casi su 100.000 abitanti). In questi numeri si concentra la sintesi della pandemia di Covid-19 che le strutture ospedaliere del territorio della Provincia di Pesaro Urbino hanno affrontato nei mesi del picco di marzo e aprile scorsi. Numeri rappresentati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, che ha visto insieme i vertici dell’azienda ospedaliera Marche Nord e quelli dell’Area Vasta 1.

Nelle Marche si segnalano circa 6.840 di casi positivi, di cui il 40,79% relativo a pazienti residenti nella provincia di Pesaro-Urbino. Nella provincia è stato diagnosticato anche il primo caso in regione, il 25 febbraio. Il giorno successivo, il 26 febbraio, sono stati diagnosticati i primi 2 casi dai professionisti dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord.

«Abbiamo affrontato la pandemia con senso di responsabilità – spiega Maria Capalbo, direttore generale dell’Aormn – ci siamo reinventati di giorno in giorno, con la rabbia di poter combattere contro una malattia sconosciuta. Ci siamo reinventati con percorsi nuovi, un reparto subintensivo con 98 posti letto. Grande determinazione contro un virus che ci ha travolto e in qualche modo ci siamo riusciti lavorando anticipando i protocolli scientifici, dando cure a tutti».

«È stata un’esperienza travolgente – spiega Romeo Magnoni, direttore Area vasta 1 -. Grazie agli Usca, le unità speciali, abbiamo trattato i pazienti a domicilio. La terapia ha fatto passi fondamentali per combattere il virus. Se a ottobre ci sarà una nuova impennata, grazie a questi farmaci tratteremo a domicilio i pazienti per risolvere i casi».

In breve tempo, nella fase 1 della pandemia, l’Azienda ospedaliera è passata da 13 posti letto di terapia intensiva a 46, incrementando del +253% la dotazione, aggiungendo a questi 98 posti letto di medicina sub intensiva, che si sono andati a sommare ai 18 posti letto di malattie infettive, per un totale di 151 posti letto dedicati al ricovero di pazienti COVID-19 positivi. Dai reparti Covid dell’Azienda sono stati dimessi ben 920 pazienti.

In merito ai ricoveri nell’Azienda Marche Nord i numeri registrano un trend in aumento per tutto il mese di marzo, fino a raggiungere il picco di ricoveri ospedalieri in data 18 marzo, giorno in cui si segnalano oltre 200 ricoveri presso le strutture dell’Azienda.
L’Azienda Marche Nord ha registrato il maggior numero di casi ospedalizzati contemporaneamente a livello regionale. La riduzione della curva che si osserva attorno al 20 marzo non è dovuta a una diminuzione dell’incidenza di Covid-19, ma al trasferimento dei pazienti ricoverati a Marche Nord verso altre strutture territoriali dedicate all’accoglienza di pazienti post-critici (Fossombrone, Galantara) e presso ospedali per acuti delle altre zone delle Regione interessate in misura minore dalla pandemia (San Benedetto del Tronto).

Di fondamentale importanza l’attività svolta in urgenza/emergenza. I Pronto Soccorso dei Presidi di Fano e Pesaro dall’inizio della pandemia hanno accolto 10.543 pazienti dal 26 febbraio scorso, di cui 2.120 accessi relativi a pazienti che presentavano sintomi respiratori sospetti per COVID-19. I dati raccontano di 1.236 accessi dal 6 al 22 marzo 2020, di cui 605 relativi a pazienti con sintomi respiratori sospetti per COVID-19.

Altri numeri importanti sono rappresentati dai tamponi eseguiti dalle due aziende. Aomn ha analizzato quasi ventitremila tamponi per Marche Nord e Area Vasta. In particolare il 16 marzo, al pronto soccorso di Marche Nord si sono registrati 62 tamponi positivi, a fronte di 82 campioni testati, con una positività pari al 76%.

La direttrice di Marche Nord Maria Capalbo

Durante l’emergenza Covid, l’Azienda ospedaliera ha continuato a garantire l’erogazione delle prestazioni in regime di emergenza/urgenza, coerentemente alle disposizioni ministeriali e regionali. In particolare per il trattamento delle patologie tempo-dipendenti per cui l’Azienda viene identificata come struttura hub all’interno delle reti cliniche regionali, ovvero patologie cardiologiche tempo-dipendenti ed ictus, ed i dati relativi agli interventi in emergenza-urgenza erogati presso il blocco operatorio ed il polo endoscopico dell’Azienda.

In merito all’Area Vasta 1, sono state attivate, 4 Unità speciali per la continuità assistenziale (USCA), necessarie all’attività domiciliare dei pazienti sospetti/positivi Covid-19.

Queste Unità garantiscono la presa in carico dei pazienti sintomatici o sospetti che non richiedono ricovero ospedaliero ma che hanno necessità di essere monitorati. Le stesse Unità effettuano anche i tamponi domiciliari dei pazienti sintomatici. Equipaggiate con i dispositivi di sicurezza individuali idonei, consentono interventi precoci, riducendo i tempi di attesa per tamponi e interventi assistenziali e prevenendo, ove possibile, l’acuirsi della malattia, riducendo, in questo modo, eventuali necessità di ricovero.

L’impegno dell’assistenza territoriale viene messo in evidenza anche dal numero di pazienti posti in quarantena, che risulta essere in termini assoluti, il maggiore a livello regionale. Sono 15.286 i pazienti presi in carico. Un lavoro che continua soprattutto in questa fase delicatissima, dove il territorio ha il compito di individuare eventuali focolai e contenere al massimo i contagi.

Ultimo dato: oltre 205 mila mascherine utilizzate, 192 mila camici e tute per una spesa di quasi mezzo milione di euro.

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