Pesaro

«Pesaro non avrà un ospedaletto, la dimensione non pregiudica l’efficienza»: parola di Acquaroli

Il governatore spiega che si tenterà di «arrivare a una proposta unitaria. Non vogliamo una struttura di secondo piano, non vogliamo un ospedaletto»

PESARO – Il presidente della Regione Francesco Acquaroli mette le cose in chiaro. «Il nuovo ospedale di Muraglia non sarà un ospedaletto di serie B. A Marche Nord più medici negli ultimi due anni, ma sono pochi rispetto alle esigenze. Metteremo più risorse per bloccare la mobilità passiva appena avremo i dati dopo l’estate». 

Tanti gli interventi e i temi al centro del Consiglio comunale monotematico su “Politica sanitaria e realizzazione nuovo ospedale”. Il presidente Acquaroli ha ringraziato il sindaco Ricci «per il percorso fatto insieme, nell’interesse della provincia e della regione e che ieri ha portato all’approvazione dell’accordo di programma che consentirà di entrare nel vivo della fase di realizzazione del nuovo ospedale di Pesaro». Mobilità passiva, «Un tema che tocca il cuore dell’efficacia dell’organizzazione del Sistema sanitario sul territorio e delle opportunità che esso va a dare». L’interesse è «mantenere le risorse nella nostra sanità per generare servizi da ridistribuire nel territorio» e nuove economie. La Regione «sta analizzando la domanda dei marchigiani per organizzare le risposte». 

Acquaroli ha sottolineato, «l’importanza del dialogo tra sanità pubblica – a cui tutto aspiriamo – e quella privata che nella nostra regione ha un peso importante e che fino non è stata valorizzata per rispondere alle emergenze e migliorare le risposte del sistema pubblico e ridurre la mobilità passiva».  

Nuovo ospedale di Pesaro, «Cercheremo di arrivare, nei prossimi mesi, a una proposta unitaria. Non vogliamo una struttura di secondo piano, non vogliamo un ospedaletto: non deve passare il messaggio che la dimensione della struttura equivalga all’efficienza della stessa». Il nuovo ospedale, per Acquaroli, è frutto «dell’investimento più importante messo in campo dalla Regione da non so quanti anni. Mettiamo 150milioni in un cantiere al servizio della sanità. Un risultato che è una vittoria per tutti e di tutti». E ancora, «Non c’è un ospedale unico perché c’è stato un dibattito e il voto dei cittadini. Da sistema centralizzato si passa a uno policentrico». Sul project come strumento «se usato, avremmo pagato la struttura 450milioni. Avremmo dovuto usare il fondo sanitario. È stata una scelta obbligata». Carenza di personale, il presidente ha mostrato dei grafici e sottolineato il ruolo delle Usca «uno “strumento” utile contro le ospedalizzazioni e per dare servizi necessari. Sono professionalità più remunerate, e hanno portato però al disinteresse dei nuovi medici a svolgere i servizi di continuità territoriale».  

Sui numeri, «Ci risulta dai dati forniti dall’Azienda Marche Nord, che il numero di personale sia aumentato – in termini assoluti – negli ultimi due anni anche se molto meno rispetto all’aumento dei servizi. Faremo il possibile per dare risposte». 

Assise che si è aperta con il sindaco Matteo Ricci, e il suo appello affinché si dia alla nord delle Marche «l’eccellenza che merita, anche a contrasto del fenomeno della mobilità passiva. L’obiettivo deve essere quello di far diventare ottima la sanità pesarese. Per farlo servono cambiamenti organizzativi, strutturali e di visione generale», ha ricordato.