PESARO – L’annuncio del via libera dell’Anac per la gara di progettazione dell’ospedale nuovo è arrivato.
Ma il centrosinistra puntualizza. «C’è poco da esultare, visto che alla data di oggi il progetto di fattibilità sul nuovo ospedale di Pesaro sarebbe già dovuto essere pronto, mentre quello definitivo pronto per la gara d’appalto e i lavori, era previsto tra tre mesi, entro il 31 dicembre di quest’anno, e l’avvio del cantiere entro il 2024».
E’ il commento del Vicepresidente del Consiglio regionale, Andrea Biancani (Pd) assieme a Micaela Vitri.
«Cambiare idea è lecito, ma fa sorridere che sia proprio l’assessore all’edilizia sanitaria, lo stesso che in campagna elettorale ha sempre combattuto contro il progetto del nuovo ospedale a Muraglia, ad erigersi paladino e a vantarsi di questo progetto. Un progetto per il quale oggi spendiamo 18 milioni di euro di progettazione e di direzione lavori, quando in realtà il progetto lo avevamo già. Resto nella convinzione che mantenere gli ospedali di Pesaro, Fano, Urbino e Pergola come sono oggi, senza realizzare un nuovo polo ospedaliero da oltre 600 posti letto, sia stato un errore. Un ospedale tra Pesaro e Fano, il cui progetto era stato condiviso dalle due amministrazioni e che avrebbe comunque mantenuto un presidio a Fano, incluso il pronto soccorso e tanto altro. Un ospedale con servizi di eccellenza, che avrebbe avviato quel percorso di razionalizzazione necessario per evitare la duplicazione dei reparti, molti dei quali oggi mantenuti in funzione solo da medici privati pagati a gettone. Come sostengo da tempo, il prezzo più alto di questa scelta miope, che sta già causando la fuga dei medici, sarà pagato soprattutto dai presidi dell’entroterra, Urbino e Pergola. Nonostante vengano date continue rassicurazioni, sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà che sta già vivendo l’ospedale di Urbino, e non solo, per la mancanza di personale».
Biancani chiude: «Sebbene, grazie al nuovo codice degli appalti, si salterà un passaggio, abbiamo perso tre anni, vissuti nella completa incertezza. Ad oggi resta almeno un anno di ritardo rispetto al cronoprogramma sottoscritto. Ci auguriamo, per la sanità del nostro territorio, che almeno questa volta vengano rispettate le ennesime scadenze annunciate».