PESARO – Risiko per la costruzione del nuovo ospedale. I reparti e i servizi legati a oncologia ed ematologia resteranno a Pesaro e nella stessa area di Muraglia.
Il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani, commenta la notizia dell’investimento regionale, di 4,5 milioni di euro, per adattare e attrezzare la palazzina Solazzi, attualmente sede di radioterapia, e altre strutture di Muraglia, per poter ospitare i reparti e i servizi attualmente ubicati nelle strutture da demolire, per costruire il nuovo ospedale.
«In particolare – spiega Biancani – resteranno a Muraglia: radioterapia, oncologia, ematologia, il centro di preparazione dei farmaci oncologici, e la criobanca che conserva le cellule per i trapianti e la procreazione assistita. Positiva anche la notizia che si è trovato posto al San Salvatore per i servizi di diabetologia e il reparto infettivi, che potranno così restare attivi in città. Tra l’altro, in questo modo, si coglie un’occasione importante per aumentare la sinergia tra i reparti che si occupano di patologie tumorali, creando un unico luogo dove pazienti e operatori possono avere quasi tutti i servizi di diagnosi, analisi e cura. Servizi che, tra l’altro, sono legati ad alte specializzazioni cliniche che Pesaro ha potuto attivare, negli anni, grazie all’Azienda Ospedaliera Marche Nord, purtroppo chiusa».
Per Biancani «è fondamentale che radioterapia, ematologia e oncologia restino attivi in città durante i lavori, visto che l’unica alternativa per i pazienti, che spesso sono persone molto fragili, sarebbe andare fuori provincia o in Emilia-Romagna. I trasferimenti di questi reparti, tuttavia, sono molto delicati e complessi. Le strutture vanno adeguate a specifiche caratteristiche tecniche e sanitarie, un esempio è la stringente normativa che regola i trapianti fatti ad ematologia, affinché possano garantire funzionalità e sicurezza dei pazienti.
Quindi, mi auguro che la Regione riesca davvero, come annunciato, a rispettare la scadenza di settembre 2024, entro la quale, stando all’accordo di programma firmato con il Comune, dovrebbero cominciare i lavori per il nuovo ospedale e tutti i reparti dovranno essere già attivi nelle nuove sedi».
«Purtroppo, restano ancora senza sede i servizi legati alla salute mentale, per i quali si stanno cercando strutture private in affitto, per la scelta di non voler investire nel recupero del San Benedetto, che avrebbe potuto ospitarli insieme a tanti altri ambulatori e servizi sanitari oggi sparsi per la città. Spero che alla fine la Regione capisca, come nel caso di oncologia e ematologia, che conviene ristrutturare il patrimonio pubblico invece che spendere in affitti privati».