Pesaro

Nutriscore, se fosse approvato la Casciotta di Urbino sarebbe tra i prodotti a semaforo rosso

Paolo Cesaretti, coordinatore del Consorzio: «No all'etichetta sui livelli di grassi e zuccheri. A farne le spese l'intero sistema Paese»

La Casciotta di Urbino

URBINO – L’etichetta a semaforo, il cosiddetto Nutriscore ipotizzato dalla Ue per attribuire disvalori sugli alimenti penalizzerebbe la dieta mediterranea. E da Urbino è levata di scudi per salvaguardare la Casciotta d’Urbino DOP, tra i formaggi simbolo del Made in Italy. I produttori si affiancano alla battaglia promossa da Afidop, l’associazione formaggi italiani Dop e Igp, per contrastare l’approvazione da parte della UE dell’etichetta a semaforo, poiché attribuendo un colore “sfavorevole” a prodotti come formaggi, ne disincentiva il consumo e dà informazioni limitate e fuorvianti ai consumatori. L’etichetta ideata dalla Francia ‘Nutri-Score’ e utilizzando appunto l’immagine di un semaforo, assegna un colore, e dunque un “via libera” o meno, ad ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale, calcolati su una base di riferimento di 100 grammi di prodotto. Intuitivamente i cibi con semaforo “verde” sono da preferire rispetto a quelli “rossi”.

«Se il Nutri-Score venisse approvato dall’UE – dichiara Paolo Cesaretti, coordinatore del Consorzio della Casciotta d’Urbino Dop – a farne le spese non sarebbe solo il consumatore, ma anche il Sistema-Paese. Secondo il rapporto Ismea-Qualivita, quello dei formaggi DOP/IGP è un comparto strategico del Made in Italy alimentare, con 55 prodotti caseari a denominazione e quasi 26mila operatori, che generano un valore di 4,2 miliardi di euro alla produzione, pari al 57% del comparto Cibo DOP IGP. Un modello che rappresenta una tradizione millenaria che nessuno in Ue riesce ad uguagliare, una filiera che le decisioni di Bruxelles mettono a rischio… a 30 anni esatti dalla nascita delle DOP e IGP».

Casciotta d’Urbino DOP

La Casciotta d’Urbino Dop è un piccolo gioiello caseario marchigiano che racchiude in sé un passato secolare; la caparbietà di piccoli, grandi produttori; uno strano – e unico – nome; un’affascinante storia di passione e legami che coinvolge, nientemeno che il Maestro Michelangelo Buonarroti.

Le sue origini cinquecentesche ne fanno uno tra i più antichi formaggi d’Italia. La sua produzione è sottoposta a un rigido disciplinare di Denominazione di Origine Protetta che ne garantisce la tipicità autentica. La ‘Casciotta d’Urbino DOP’ nasce da una miscela di latte ovino (70-80%) e di latte vaccino (20-30%). È un formaggio dalla pasta molle e friabile e dal sapore dolce e piacevolmente gradevole. Fresca e cremosa, la ‘Casciotta d’Urbino D.O.P.’, è protagonista della tavola a tutte le ore. Ogni anno, l’areale della Denominazione registra oltre 200mila forme, pari a circa 200 tonnellate di prodotto, ottenute dall’utilizzo di 1,2 milioni di litri di latte. Quella della Casciotta è una produzione che continua ad essere stabile a causa dei limiti di produzione di latte imposti dal disciplinare della DOP che tutela – garantendone la sopravvivenza – gli allevamenti. L’intera filiera, oggi, dà lavoro a oltre 500 addetti; il fatturato annuo è superiore ai 4 milioni di euro.

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