FANO – Potrebbe a breve scendere il sipario su una delle pagine più nefaste e tristi della cronaca fanese. Stiamo parlando del femminicidio costato la vita ad Anastasiia Alashri, 23enne ucraina scappata dalla guerra (Per saperne di più).
I ben noti fatti si sono consumati nella mattinata del 13 novembre scorso: la ragazza venne assassinata con almeno tre fendenti, chiusa in un trolley, trasportata con il furgone delle consegne ed infine abbandonata in un campo di Belgatto, zona rurale di Fano. Il marito, principale imputato dell’efferato delitto, Mustafa Alashrj, 43enne di nazionalità egiziana, venne fermato una manciata di ore dopo alla stazione di Bologna mentre con ogni probabilità cercava di scappare all’estero.
Entro brevissimo dovrebbero concludersi le indagini. Dalle scarne indiscrezioni trapelate, gli ultimi accertamenti si sarebbero focalizzati sulle impronte digitali e sulle tracce biologiche presenti sulla scena del delitto, quell’appartamento che la coppia condivideva in via Trieste. Per l’uomo l’accusa è di omicidio volontario, di maltrattamenti in famiglia e di occultamento di cadavere.
Vista l’evidenza del quadro probatorio non è da escludere il giudizio immediato: il 43enne, in base ai capi di accusa, rischia l’ergastolo. La versione dell’uomo, che aveva indicato alle autorità dove si trovava il corpo senza vita ed aveva confermato la lite, avrebbe riferito al magistrato una sua versione degli accadimenti: sarebbe stata la donna a presentarsi al loro appuntamento armata di un coltello: l’uomo l’avrebbe disarmata e si sarebbe difeso fino al tragico epilogo.