PESARO – Omicidio Bruzzese, i rapporti tra il clan e Rocco Versace,
L’imputato avrebbe avuto un rapporto fiduciario con la cosca calabrese dei Crea. Lo ha riferito il maresciallo dei Ros che ha indagato sull’omicidio di mafia, nel corso dell’udienza che vede Versace imputato per l’omicidio di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili il 25 dicembre 2018 in via Bovio, nel centro storico di Pesaro.
Il 57enne calabrese è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso, la famiglia calabrese Crea, appunto, alla quale apparteneva Girolamo Biagio, fratello della vittima, prima di diventare collaboratore di giustizia.
Il rapporto fiduciario di Versace con i Crea è venuto alla luce dall’esame delle varie indagini relative alla cosca calabrese e ai loro legami con altre famiglie mafiose della Piana di Gioia Tauro, e in particolar modo nel processo Toro, che ha portato alla sentenza di condanna per associazione mafiosa a carico di Teodoro Crea, il capofamiglia, e dei figli Domenico e Giuseppe, con particolare riferimento ad estorsioni verso i commercianti della zona calabrese di Rizzicoli, di cui i Crea sono originari, oltre ad azioni indirizzate al controllo dell’attività politica e amministrativa sempre nel territorio di riferimento.
Versace, nell’ambito dell’indagine Toro, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi per favoreggiamento. Nelle precedenti udienze, il maresciallo dei Ros, aveva inoltre ricostruito, attraverso le rilevazioni delle celle telefoniche agganciate ai cellulari criptati, tutti i movimenti di Versace, il quale per la procura avrebbe avuto un ruolo importante nel pianificare l’omicidio di Natale. E dei due sicari di Bruzzese, Michelangelo Tripodi e Francesco Candiloro, condannati all’ergastolo dal Tribunale di Ancona.