PESARO – Si è aperto il dibattimento davanti alla corte d’assise, oggi 18 maggio, che vede l’80enne Cangini, imputato per l’omicidio della moglie Nataliya Kyrychok, 61 anni ucraina, cuoca di un ristorante a Misano.
La donna è stata uccisa nella notte tra il 25 e il 26 dicembre, a cavallo tra Natale e Santo Stefano, con 12 coltellate, una delle quali al cuore, cosa che le ha provocato la morte. Prima però la donna ha cercato di difendersi come testimoniano alcuni lividi ed escoriazioni che sono state riscontrate sulle braccia, sulle mani come per parare i colpi e sulla schiena. È stata trovata una ferita anche in una gamba. Cangini ha letto una lettera in cui ha chiesto scusa: «Con mia moglie sono morto anche io».
Il pubblico ministero nella requisitoria ha insistito sull’aggravante dei motivi abietti dovuti alla gelosia. L’imputato era convinto che la moglie lo tradisse e quella notte tra il 25 e il 26 dicembre l’ha uccisa. Lei era tornata tardi dal lavoro e da quanto emerso si era coricata su un fianco. L’uomo ha reagito violentemente ed è scoppiata la lite furiosa per un rapporto sessuale promesso, ma declinato. L’uomo avrebbe preso quel rifiuto come la prova che avesse un altro. Così ha preso il coltello e l’ha uccisa.
La mattina dopo ha preso il suo cane ed ha fatto una passeggiata. Ha iniziato a bere e ha confessato l’omicidio prima a un vicino di casa, invitandolo a chiamare i carabinieri. Poi al datore di lavoro della moglie, il suo presunto amante. Qui è scattato l’allarme che ha portato i carabinieri a casa di Cangini. All’arrivo a casa nella serata di Santo Stefano, l’uomo ha aperto la porta ai carabinieri e ha subito ammesso di esser stato l’autore dell’omicidio. L’80enne aveva reso due interrogatori, in cui ha confermato il delitto.
Il pubblico ministero ha chiesto 24 anni per Cangini. Il 25 maggio, l’arringa della difesa rappresentata dagli avvocati Alberto e Fiorenzo Alessi, poi la sentenza.