PESARO – Omicidio di ‘Ndrangheta, ergastolo per Rocco Versace. La corte d’assise di Pesaro ha emesso la sentenza per il 58enne calabrese accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso, la famiglia calabrese Crea, alla quale apparteneva Girolamo Biagio, fratello della vittima, prima di diventare collaboratore di giustizia nel 2003.
Il caso è quello dell’omicidio di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili il 25 dicembre 2018 in via Bovio, nel centro storico di Pesaro.
E’ stata stabilita una provvisionale di 50 mila euro per moglie, madre e figli della vittima e 10 mila euro per il fratello e le sorelle costituitisi parte civile tramite Ada Odino e Grazia Iannarelli, sostituite ieri da Giulia Cometti.
Per la procura il ruolo di Versace era quello di aver pianificato l’omicidio, eseguito materialmente dal 44enne Francesco Candiloro e dal 45enne Michelangelo Tripodi, già condannati all’ergastolo in giudizio abbreviato.
La procuratrice della Distrettuale di Ancona, Monica Garulli ha rilevato al termine dell’udienza: «Andranno lette le motivazioni della sentenza, ma questa pronuncia conferma la fondatezza delle attività investigative della procura distrettuale di Ancona. Un fatto molto grave non solo per la città di Pesaro, ma anche per le implicazioni di carattere generale che l’evento ha avuto, trattandosi di una chiara ritorsione verso i collaboratori di giustizia. Oltre a questa sentenza, gli altri due concorrenti sono stati condannati con rito abbreviato ad Ancona».
I legali dell’imputato Francesco Albanese e Pasquale Loiacono promettono appello. «Per noi non c’è la prova certa dell’attribuzione a Versace delle utenze olandesi utilizzate nella consumazione delle fasi dell’omicidio. Questo è il punto tecnico che non è stato per noi pienamente provato. Leggeremo le motivazioni della sentenza, poi proporremo appello».