PESARO – Per Michael Alessandrini, reo confesso dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri, viene dichiara la semi-infermità mentale.
L’avvocato Salvatore Asole che assiste Alessandrini ha sottolineato all’uscita: «Il collegio ha posto in evidenza varie patologie che vanno dal disturbo di personalità, comportamento border line associato all’abuso di sostanze e alcol, che rendono la situazione psicofisica dell’Alessandrini alquanto grave. Per questo concludono per la semi-infermità con una capacità fortemente scemata. Questo ci ha portato a concludere che per Alessandrini è necessario un piano integrato che contenga una componente psicofarmacologica, psicoterapeutica e di reinserimento sociale. Un programma che ci è sembrato di capire non sia compatibile con una detenzione in carcere».
L’avvocato Asole è pronto a un passo successivo. «Presenterò una istanza al Gip di richiesta di trasferimento dell’Alessandrini in una residenza protetta adatta alle cure del caso, la Rems».
Ora toccherà alla procura a formulare il capo di imputazione definitivo che dovrebbe contenere le aggravanti della crudeltà, futili motivi e minorata difesa della vittima. «Se non sarà contestata la premeditazione, come presumiamo, la premeditazione chiederemo un rito abbreviato – continua Asole – usufruendo di tutte le attenuanti del caso a partire dalla semi-infermità e comportamento processuale».
In aula la mamma, il papà e il fratello di Pierpaolo, assistiti dall’avvocato Paolo Biancofiore. Mamma Laura è provata. Teneva in mano la foto del suo Pier mentre suona la tromba. «E’ stata dura, abbiamo visto l’assassino di nostro figlio. Proviamo un grande dolore, siamo una famiglia a pezzi. Affrontiamo questo momento nel ricordo di mio figlio che era una bella e brava persona. Aveva un futuro davanti». Confida nella giustizia. «Speriamo nel corso della giustizia e in una pena esemplare. Io mi auguro che possa avere l’ergastolo».
All’uscita di Alessandrini, caricato sul mezzo della polizia penitenziaria, momenti di tensione con urla: «Sei morto bastardo, ti ammazzo, assassino». E ancora: «In una mattina mi è cambiata la vita, ti ammazzo come un cane». Le forze dell’ordine hanno invocato la calma, ma l’emozione ha avuto il sopravvento. Poi i pugni sbattuti contro la camionetta.