Pesaro

All’ospedale di Pesaro le cure per il Coronavirus, a Fano emergenza-urgenza non Covid-19

Marche Nord fa sapere la divisione per contenere al massimo la trasmissione del virus. Il San Salvatore sarà punto di riferimento per le terapie intensive. La Regione approva il piano sanitario

PESARO – Emergenza Coronavirus. L’ospedale di Pesaro temporaneamente diventa punto di riferimento per le terapie intensive e in acuzie per la cura dei pazienti con Coronavirus, mentre al presidio Santa Croce di Fano sarà garantita ai pazienti l’attività di emergenza-urgenza e indifferibile per gli utenti no Covid-19. 

Una distinzione che fotografa al meglio la situazione dell’alto numero di pazienti e la necessità di cure ad hoc. Sono 23 i pazienti ricoverati in terapia intensiva a Marche Nord per Coronavirus, 71 in reparti non intensivi.

Ad annunciarlo è l’azienda ospedaliera Marche Nord che fa sapere che «in applicazione delle indicazioni operative emanate dal Ministero della Salute e dalla Regione Marche, finalizzate al massimo contenimento della possibile trasmissione del virus, visto il numero crescente di pazienti respiratori gravi da ricoverare in terapia intensiva e sub intensiva presi in carico dal Presidio Ospedaliero San Salvatore dell’Azienda ospedaliera Marche Nord, temporaneamente, renderà tale presidio quale punto di riferimento per le terapie intensive». 

«Un’organizzazione che permette agli operatori di lavorare al meglio è soprattutto per garantire ai pazienti i migliori percorsi di cura possibile di elevata qualità per i pazienti Covid, ma anche per gli oncologici e altre patologie gravi».

In particolare sarà il presidio di Fano ad ospitare il punto nascita, con la presa in cura della donna in gravidanza insieme dunque alla Pediatria e al pronto soccorso pediatrico. Rimane al San Salvatore anche l’Emodinamica e il percorso per l’infarto al quale è dedicato un percorso clinico terapeutico adeguato. 

La giunta regionale ha approvato questa mattina una integrazione al piano di organizzazione della sanità della Regione Marche.

Vengono dedicati esclusivamente ai pazienti non Covid -19 gli stabilimenti ospedalieri di Urbino, Fano, Fabriano, specifiche aree operative dell’AO Riuniti di Ancona e della struttura di Macerata, Amandola e Ascoli Piceno.

Le strutture sono finalizzate a garantire le risposte ai bisogni sanitari non procrastinabili per motivazioni cliniche (cardio-vascolari, cerebro-vascolari, traumatologici, oncologici indifferibili, etc.).

Il punto nascita della struttura ospedaliera di Civitanova Marche (PU AV3) garantirà percorsi sicuri ed isolati, oltre a supporto specialistico infettivologico, dedicati alle donne in gravidanza, positive per Covid-19, che necessitano di ricovero in ambiente ostetrico-ginecologico.

Gli enti del Servizio sanitario regionale sono tenuti a garantire esclusivamente le attività improcrastinabili, concentrandole in sessioni dedicate con percorsi esclusivi e sicuri dal punto di vista epidemiologico e, dove possibile, a sospendere temporaneamente e rinviare le attività assistenziali programmate. Resta confermato il mantenimento di tutte le attività d’urgenza con priorità di ricovero di tipo “A”.

È sospesa l’attività specialistica ambulatoriale istituzionale, tranne che per le prestazioni con classe di priorità “U” e “B” e per le prestazioni di controllo non differibili. Le prestazioni con classe di priorità “D” e “P” e quelle prenotate in regime di libera professione intramuraria saranno riprogrammate.

Al fine di evitare situazioni di congestione e promiscuità, che possono portare alla diffusione di malattie a trasmissione aerea, anche gli accessi ai punti prelievo devono avvenire solo previa prenotazione. Questa disposizione non si applica alle richieste in urgenza o per pazienti: soggetti in terapia anticoagulante orale, soggetti con malattia rara, oncologici, donne in gravidanza, bambini di età inferiore a 14 anni, ai quali sarà sempre garantito l’accesso diretto, assicurando in ogni caso il mantenimento delle condizioni di sicurezza.

Sono state fornite le linee di indirizzo per favorire la riammissione in servizio degli operatori asintomatici, attualmente in isolamento domiciliare fiduciario (circa 300).