PESARO – Tempo di bilanci per l’Osservatorio Povertà a Pesaro che sabato 18 novembre, dalle 10 alle 13, all’Auditorium di Palazzo Montani Antaldi propone l’incontro per presentare “Risultati del primo anno e prospettive per il secondo”. Attivo dal 2022 nell’ambito delle attività di co-programmazione coordinate dall’Ambito Territoriale Sociale 1 di Pesaro, l’Osservatorio che coinvolge il Dipartimento di Economia Società Politica dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e la Caritas Diocesana di Pesaro è nato per «Analizzare il fenomeno nel territorio; indagarne i processi, le cause e i contesti; adottare strumenti utili a mettere in campo nuove azioni e per valutarne l’efficacia; per prevenire, attenuare, contrastare la povertà» spiega Luca Pandolfi, presidente del comitato dei sindaci dell’Ats1.
«Grazie a giornate come queste – sottolinea Andrea Mancini, Caritas Pesaro riferendosi all’incontro di sabato -, Pesaro si prepara a essere anche la Capitale della cultura dell’ascolto e dell’accoglienza. Siamo riusciti ad unire la competenza e la passione dell’Ats1, dell’Università, delle istituzioni e del terzo settore per provare a restituire alla città un’immagine delle sue povertà ma anche delle sue risorse. Tra le più importanti che abbiamo da mettere in campo c’è la voglia di spendersi come Comunità, nell’interesse di ascoltare meglio chi spesso viene messo a tacere o ignorato».
Fondamentale quanto innovativo, è l’approccio usato dall’Osservatorio per lo studio del fenomeno, «che tiene conto della complessità del tema» e che «parte dal considerare la povertà, un fenomeno sociale (e non individuale) che influisce nelle dinamiche territoriali» sottolinea Pandolfi. Per l’Osservatorio, la condizione di povertà è dovuta «a una specifica combinazione di strutture familiari, sistemi di welfare, caratteristiche del mercato del lavoro e dei sistemi di relazioni industriali, con le loro aspettative relative alla solidarietà familiare, all’equilibrio tra responsabilità pubbliche e private, alla distribuzione dei carichi lavorativi e di cura, in base al genere».
«L’esperienza dell’Osservatorio – sottolinea Angela Genova, professoressa associata del Dipartimento di Economia, Società, Politica (DESP) dell’Università degli Studi di Urbino – presenta un’occasione di innovazione anche metodologica. Non si tratta infatti di un tavolo di confronto tematico, ma di un progetto a lungo termine di co-ricerca che coinvolge operatori, operatrici e utenza. Attraverso la lente dell’emancipatory social science, prospettive e esperienze di ciascuno sono punto di partenza su cui costruire un’analisi condivisa del regime di povertà territoriale e risposte adeguate e all’altezza della complessità».
A spingere sulla necessità dell’Osservatorio, la recente situazione di emergenza (pandemia), che ha fatto maturare nelle realtà coinvolte dal progetto (a cui collaborano anche istituzioni e associazioni del terzo settore sociale locali sia nella fornitura di servizi, sia nella co-programmazione di risposte) l’esigenza di raggiungere due obiettivi. Il primo è quello di elaborare un sistema di analisi del fenomeno povertà «a partire dalla valutazione dei dati quantitativi e qualitativi disponibili nel territorio»; il secondo è costruire un sistema di valutazione dell’efficacia degli interventi. «Dopo l’analisi dell’attuale sistema di monitoraggio e valutazione, abbiamo approfondito diversi casi di studio. I prossimi step prevedono la costruzione di un sistema di monitoraggio e valutazione dell’efficacia degli interventi» aggiunge Pandolfi.
Il programma prevede, alle 10, i saluti istituzionali di Emanuela Saverio Greco, prefetto di Pesaro e Urbino, di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro; di Giorgio Calcagnini, rettore Università di Urbino Carlo Bo e di Sandro Salvucci, arcivescovo della Diocesi di Pesaro e Urbino. A seguire, dalle 10.20, sarà la “Presentazione del rapporto del primo anno” e le “Conclusioni e prospettive per il futuro” che faranno Uniurb, Ats1 e Caritas (11.30) e (ore 12) gli attori della rete dell’Osservatorio (Sanità territoriale, Centri per l’impiego, Sindacato, Terzo Settore). A chiudere i lavori, la firma dell’Accordo operativo con le realtà del territorio.