PESARO – Morta alla fermata dell’autobus per overdose, sul caso interviene Daniele Malandrino, capogruppo Fdi in consiglio comunale. «I cittadini di Pesaro sono sempre più preoccupati dallo stato di degrado in cui si trovano le strade che circondano il Parco Miralfiore, la stazione e il monumento alla resistenza quelle vie che si trovano quindi attorno all’ormai famigerato “triangolo dello spaccio” in cui tutti i giorni H24 avviene lo smercio e il consumo di droga.
Malgrado le continue segnalazioni, i flash mob, le proteste che ci hanno visti impegnati, come Fratelli d’Italia, per porre l’attenzione su un problema sempre più grave, della nostra città, nulla è cambiato, anzi sembra che le cose siano addirittura peggiorate. Abbiamo frotte di spacciatori che vendono la loro mortale merce in pieno giorno, a pochi metri dai bambini che giocano e dalle persone che passeggiano».
Malandrino continua: «Ci siamo sentiti rispondere che tanto il fenomeno è ormai normale e diffuso in tutte le città Italia, che è difficile contrastarlo e, a una mia mozione che chiedeva maggiori controlli, maggiore illuminazione e, possibilmente, la presenza di un presidio fisso di vigili urbani, l’assessore competente mi rispose che “bisogna capire che questi fenomeni sono l’espressione di un disagio sociale”. Chiedo al Sindaco, che è il responsabile della sicurezza dei suoi cittadini, vogliamo arrenderci? La città di Pesaro si arrende al fatto che, in pieno giorno, una persona muore in una panchina per una dose di stupefacenti tagliata male?
Vogliamo arrenderci al fatto che, nella nostra città, vi sono delle zone franche dove è possibile, in pieno giorno e a due passi dai bambini, comprare droga, iniettarsela e morire in una panchina sotto gli occhi di tutti. Io dico che non possiamo e non dobbiamo arrenderci, io dico che vanno centuplicati gli sforzi per arginare questo problema e per prendere le distanze da quel minimizzare, da parte di certi ambienti e di certe formazioni politiche, questo angosciante problema. Io dico che va fatto tutto quello che è nelle possibilità degli amministratori per combattere questo fenomeno facendo anche pressione agli organi competenti, sia politici che giudiziari, perchè non venga vanificato il duro ed estenuante lavoro delle forze dell’ordine e per far si che chi è solito spacciare finisca dove è giusto che vada, in galera se cittadino regolarmente residente in Italia o rimpatriato se clandestino. Io dico che non si può morire per overdose in pieno giorno in una panchina della nostra città sotto gli occhi di tutti. Io dico che nella città della capitale della cultura si deve coltivare e lavorare anche per la cultura della legalità.
Non si può piangere l’ennesima vittima di overdose e permettere, allo stesso tempo, che i venditori di morte continuino indisturbati occupando zone cittadine trasformate in centrali di spaccio di droga a cielo aperto dove la gente non può più andare per paura. Signor Sindaco, se ci sei batti un colpo».