PESARO – C’è un dato che più deve far riflettere la politica. A partire dalle elezioni del 1979 l’affluenza alle consultazioni parlamentari ha subito un progressivo e quasi continuo calo che l’ha portata dal 93,4% del 1976 al 63,8% del 2022.
E se prendiamo le regionali del 2023 il dato è ancora più drammatico. Guardando ai dati nel Lazio solo un abitante su tre si è recato alle urne: ha votato il 37,2% degli aventi diritto contro il 66,5% del 2018. In Lombardia il dato finale dell’affluenza si è attestato al 41,61% contro il 73,8% di cinque anni fa.
Uno scollamento tra politica e popolo sempre più evidente. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente Ali, ha deciso di parlare non alla gente, ma tra la gente. Ha deciso di partire per una inedita campagna post-elettorale. Il 25 settembre del 2022 il Pd incassa la più sonora sconfitta della sua breve vita. Per la prima volta, un esponente del vecchio Movimento sociale italiano varca la soglia di Palazzo Chigi.
Così Ricci ha affrontato un giro dell’Italia alla ricerca delle ragioni della sconfitta con un format inedito. Si fa invitare a cena dalle famiglie italiane. Siede con loro a tavola. Fa domande. Ascolta. Riempie il suo taccuino di appunti. Vuole capire perché la gente ha voltato le spalle alla sinistra.
Riflessioni racchiuse nel libro “Pane e Politica. Per un centrosinistra che torni a vincere” Edizioni Paper First con prefazione di Walter Veltroni.
Ne consegue un appunto di viaggio per una sinistra europeista e popolare. Nuove idee per rilanciare il partito con le indicazioni, le suggestioni, le vie indicate dai cittadini stessi, in quelle cene in famiglia, con uno sguardo fisso sull’Europa, chiamata a una sfida cruciale di cambiamento. Una costituente dal basso, da Nord a Sud, casa per casa, come si faceva una volta. Ma non per chiedere il voto: per chiedere, invece, perché il popolo ha voltato le spalle alla sinistra e cosa occorre per tornare a parlarsi.
«L’elettorato è mobile e per evitare che quel voto fluido si sposti ancora verso la Meloni, alle prossime elezioni dobbiamo presentarci uniti. E non con le altre forze di opposizione che, invece di attaccare la destra, attaccano il Pd. Un terzo dell’elettorato è mobile, prova, cambia di volta in volta o si riversa nell’astensionismo, che è voto di sfiducia. Nelle città noi sindaci l’abbiamo conquistato, consentendo al centrosinistra di vincere. Per intercettare l’elettorato mobile il Pd deve saper motivare e rappresentare le persone che condividono il nostro campo di valori, come quello dell’uguaglianza e della giustizia sociale».
«Cosa mi hanno chiesto i cittadini che ho incontrato nelle cene? – sottolinea Ricci – Di ritrovare le nostre radici, i nostri temi, mescolandoli col senso del futuro, della modernità, dell’innovazione. E la prossimità, parola emersa diverse volte. Prossimi come vicini alle persone. Prossimi come vicini alla nostra gente. Prossimi come parte di un solo popolo. Come la necessità di coinvolgerlo e renderlo protagonista. Le parole raccolte sono: cura, lavoro, unità, inclusione, uguaglianza, giustizia sociale, solidarietà, coraggio, determinazione, lungimiranza. Credo ci sia ben più di un progetto politico: una vera lingua della ripartenza, una enciclopedia del nostro futuro. Ne ho tratto così le mie “visioni”, la parte programmatica di questo libro. I miei appunti per una sinistra europeista e popolare. Una sinistra vicina alla gente che non smarrisce il senso di un lavoro alto, comune, comunitario, continentale: massimi e minimi sistemi, insieme».
Per Ricci serve un «progetto di una forza progressista che va ripensato, radicalmente, affrontando la crisi sociale e demografica, quella ambientale e quella democratica. Dobbiamo combattere per i più deboli ma anche per chi rischia per creare lavoro. Dobbiamo difendere la sanità, battendoci per l’aumento graduale del fondo sanitario fino al 7% del Pil; la scuola, motore di ogni Paese, potenziando anche la fascia 0-6; il trasporto pubblico, che può diventare ancora più importante in chiave di sostenibilità, e che vogliamo portare verso una gratuità per giovani e anziani. Ci vuole una sinistra di prossimità capace di fare, secondo la sua migliore tradizione, una politica della porta accanto».