PESARO – Oltre 4 incidenti al giorno in provincia di Pesaro, di cui 3 con feriti. E la guida in stato di ebbrezza rappresenta il numero più alto di sospensioni di patente. La Prefettura di Pesaro ha diffuso una serie di statistiche rispetto agli incidenti e ai ritiri di patenti, in seguito alla stretta sui controlli voluti anche dal Ministero dell’Interno per prevenire incidenti mortali ed evitare che i conducenti si possano mettere alla guida in stato di alterazione psicofisica. E’ stato ricordato anche l’incidente mortale di Senigallia che ha visto perdere la vita due donne di Colli al Metauro. Il conducente era sotto effetto di alcol.
Gli incidenti stradali in provincia di Pesaro nel 2019 sono stati 18 mortali, 1478 con feriti, 986 con danni. Calano rispetto all’anno precedente, ma da evidenziare c’è il dato delle patenti sospese a seguito di incidenti stradali. Uno dei casi più frequenti è la guida in stato di ebbrezza: 68 patenti ritirate, in calo rispetto alle 82 dell’anno precedente. Poi l’omessa precedenza (97 casi), velocità (24).
I controlli sono stati massicci e le sospensioni di patente hanno riguardato anche il superamento dei limiti di velocità (43), sorpasso vietato (60), guida senza cinture (111, in aumento rispetto al 2018). Come sempre c’è chi guida col telefonino e per doppia violazione nel biennio si trova la patente sospesa (18 casi). La piaga è sempre l’alcol con 332 sospensioni, quasi un caso al giorno in pratica. 16 i casi di sospensione per guida in stato di alterazione da stupefacenti.
«Ci saranno una serie di controlli lungo le direttrici principali – annuncia il prefetto Vittorio Lapolla – soprattutto nelle ore notturne all’uscita dalle discoteche e dai locali frequentati dai giovani. L’obiettivo è prevenire e contrastare chi si mette alla guida creando pericoli per gli altri. Rispetto alla guida sotto effetto di alcol, cosa che causa il maggior numero di sospensioni di patenti, si lavora sul contrasto e sulle verifiche di idoneità psicofisica di persone colte alla guida in stato di ebbrezza. Serve un approccio culturale e siamo impegnati anche con formazione e sensibilizzazione nelle scuole e grazie alle forze dell’ordine».