VALLEFOGLIA – Le Federazioni PCI-FGCI di Pesaro-Urbino e Rimini vogliono porre all’attenzione delle istituzioni e della cittadinanza una «grave falla del sistema pubblico che mette a repentaglio il benessere e la sicurezza degli abitanti. Dalla primavera del 2021 il servizio di guardia medica delle zone limitrofe tra Emilia-Romagna e Marche (Gabicce, Gradara, Tavullia e Vallefoglia) è stato interrotto».
Le sedi attive in zona erano due: a Gabicce Mare, dove la guardia medica condivideva la sede con la sezione locale AVIS, e a Montecchio, alla “Casa della Salute ASUL”. «La motivazione addottata riguardo all’interruzione del servizio è stata la carenza di personale che, oltretutto, apparirebbe essere sottopagato in relazione alla mole di lavoro effettuata. Eppure, gli spazi ci sarebbero, anche nella nuova “Casa della Salute”, sempre a Montecchio. Ad oggi, i cittadini, in caso di emergenza durante gli orari in cui sono chiusi gli ambulatori diurni, sono costretti a spostarsi a Urbino o a Fano. La significativa distanza investe anche lo stesso capoluogo di Provincia, che ha visto l’ospedale cittadino riconvertito dall’inizio della pandemia, e che si è visto esso stesso scoperto dal servizio. Il 9 Gennaio è partita una petizione, sia online che cartacea, che ha raccolto 23.149 firme. Il 5 Febbraio è stata chiusa, nella frenesia di portare all’attenzione della Regione e dell’Azienda Sanitaria Unica Regione Marche, la questione. Ad oggi sappiamo che sono stati stanziati pochi fondi regionali per l’aumento dei salari dei medici di Guardia. Molti dottori, intanto, si sono spostati in Emilia-Romagna, dove si guadagnerebbero anche 800 euro in più al mese. Difficilmente torneranno indietro».
Per il Pci: «Ciò che resta è il semplice e purtroppo abituale senso di vuoto lasciato dalla mancanza delle istituzioni. Il Partito Comunista Italiano, storicamente noto per essere sempre stato il partito del popolo per il popolo, non può tacere davanti all’ennesima riprova del grave errore delle privatizzazioni e dei tagli al sistema sanitario operati da certi politicanti, trasversalmente di centrodestra e centrosinistra, spesso supportatisi vicendevolmente in azioni tremendamente anticostituzionali. Chiediamo quindi che sia da subito ripreso un servizio secondo le esigenze della comunità, assumendo più personale rispetto a prima, così da non sottoporlo ad orari insostenibili e a stipendi miserevoli, tornando a garantire un servizio indispensabile e che sia tempestivo, limitando i disagi dovuti all’insostenibile spostamento a cui i cittadini sono costretti al momento: i dottori se ne vanno fuori Regione, e i disagi aumentano per le persone. Il Partito Comunista Italiano è come sempre presente, vicino ai cittadini, per uno Stato che sia finalmente a misura d’uomo».